Nuova Zelanda: Unilever sperimenterà la settimana lavorativa da 4 giorni
- di: Emanuela M. Muratov
Partirà entro pochi giorni il nuovo progetto della multinazionale Unilever, specializzata nella produzione di beni di consumo (tra cui rientrano prodotti come il sapone Dove e il tè Lipton) che vedrà la sperimentazione della settimana lavorativa su quattro giorni a stipendio pieno.
Un vero e proprio esperimento, annunciato dal Managing Director, Nick Bangs nella giornata di ieri: "Crediamo che i vecchi modi di lavorare siano obsoleti e non più adatti. C'è quindi bisogno di portare un cambiamento sostanziale nel modo in cui di dipendenti lavorano".
Saranno 81 dipendenti della sede operativa di Aukland, in Nuova Zelanda, ad iniziare per un anno la loro esperienza di settimana lavorativa pensata su quattro giorni e non cinque. Al termine di questi 12 mesi, a dicembre 2021,l’azienda valuterà i risultati con l’obiettivo di ampliare a tutto il personale, che conta 155.000 persone sparse in tutto il mondo. Questo studio verrà monitorato da parte della University of Technology Business School di Syndey in Australia.
Nel mese di maggio, il primo ministro Neozelandese, Jacinta Ardern, aveva esortato le aziende ad introdurre questa modifica per aumentare la produttività, dare ai lavoratori un giusto equilibrio con la propria vita privata e per favorire il turismo interno dato che quello internazionale era completamente paralizzato a causa della pandemia da Covid-19.
Nel suo comunicato, Bangs , riferendosi alla pandemia, approfondisce proprio come il mondo del lavoro si sia dovuto adeguare e cambiare creando i presupposti per la scelta fatta nei giorni scorsi. Il dirigente ha voluto spiegare che questo progetto è nato ispirandosi alla Perpetual Guardian, un’altra azienda neozelandese di 240 dipendenti e specializzata in trust, testamenti ed eredità, che ha introdotto la "4-day work week" nel 2018. Permettendo di scegliere a testa un giorno libero settimana, dando quindi totale libertà.
L’anno scorso, Microsoft Japan ha concesso il venerdì libero ai propri dipendenti riscontrando un aumento della produttività del 40 % e di conseguenza un miglioramento dell’efficienza in altre aree, oltre ad un risparmio energetico del 23%. Questa ipotesi di riduzione della settimana di lavoro, non è nuova, bensì fu “anticipata” dagli studi dell’economista britannico, John Maynard Keynes nel 1930, che prevedeva un utilizzo maggiore della tecnologia, la quale avrebbe permesso di lavorare 15 ore a settimana nel 2030, con un aumento di produttività e qualità.
Nel 1956, Richard Nixon, all’epoca vice presidente degli Stati Uniti, auspicava ad un futuro non troppo lontano in cui la settimana di lavoro sarebbe durata non più di quattro giorni. Questa vera e propria rivoluzione vede fra i suoi maggiori sostenitori anche gli ambientalisti, convinti che ridurrebbe le emissioni, preservando così la nostra salute e quella del nostro pianeta.