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Calderone: “Un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire”

- di: Barbara Bizzarri
 
Calderone: “Un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire”
Il Ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, intervenendo nel corso del Forum di Confcommercio, ha lanciato l’allarme sulla situazione, apparentemente contraddittoria, che attanaglia il mercato del lavoro in Italia: “Oggi, probabilmente, abbiamo un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire, mentre abbiamo tante persone che sono fuori dal circuito lavorativo e quindi dall'impegno attivo del mondo del lavoro. Io guardo con interesse a una stagione di protagonismo dei corpi sociali intermedi dello Stato, credo che si debba a un forte protagonismo delle associazioni datoriali delle associazioni sindacali che hanno il compito importante di presidiare la buona contrattazione”.

Calderone: “Un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire”

Un autentico paradosso, dato che nel Paese ci sono più di due milioni di disoccupati, e si registra un tasso di disoccupazione giovanile da record, attestato al 224%, oltre a due milioni di giovani Neet, ragazzi che non studiano, non si formano e non lavorano, e un tasso di occupazione femminile di ben 13 punti sotto la media Ue.

"In un Paese dove i dati occupazionali stanno andando bene, ma abbiamo ancora un alto tasso di disoccupazione, soprattutto nella fascia giovanile e tra le donne, oggi non riusciamo a trovare lavoratori. I numeri annunciati da Confcommercio vanno a sommarsi ai numeri degli altri settori - ha spiegato il ministro -. Io guarderei al bisogno di lavoro che c'è in questo momento e anche al fatto che oggi, prima di fare ragionamenti anche su altri temi, come quello dell'emigrazione, ci sarebbe l'importante obiettivo da cogliere di dare a ogni cittadino italiano l'opportunità di lavorare. Il tema su cui punteremo è quello della formazione e della riqualificazione, perché il governo non lascerà indietro nessuno che ha bisogno di lavoro".

Secondo il Borsino delle professioni del Sistema Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, le figure più ricercate e, al contempo, più difficili da trovare, sono quelle tecniche e ad elevata specializzazione, a partire dai tecnici nel campo della salute, ingegneri e analisti; operai specializzati, come fabbri e saldatori, ma anche addetti al turismo e nei servizi alle persone. Se, da un lato, c’è la disponibilità delle imprese ad assumere, tanto che sono 443mila le entrate programmate ad aprile ed oltre 1,5 milioni per il trimestre aprile-giugno, sulla base degli ultimi dati del sistema, con il turismo e i servizi che trainano la domanda di lavoro, dall’altro si fatica a trovare il personale necessario: la difficoltà di reperimento arriva al 45,2%, in crescita di oltre l’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Una situazione critica, rilevata anche dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: “Nonostante la forte crescita del turismo, l’economia non decolla, i consumi sono sempre deboli e c’è poi una vera emergenza: mancano all’appello 230 mila lavoratori nella filiera turistica e nel commercio”, i principali settori, a suo avviso, in grado di produrre nuova occupazione.

La tendenza è confermata nell’ultimo rapporto Unioncamere-Anpal, secondo cui le maggiori opportunità di lavoro sono offerte proprio dal comparto dei servizi turistici e, a seguire, dal settore dei servizi alla persona, dall’istruzione e sanità privata ai servizi ricreativi fino a parrucchieri ed estetisti e, infine, nel settore manifatturiero tra le industrie della meccatronica e della metallurgia.

Tra le figure più difficili da reperire, il Borsino delle professioni indica, per le professioni tecniche e a elevata specializzazione, tecnici della salute (61,3%),  tecnici della gestione dei processi produttivi (60,7%), tecnici in campo ingegneristico (59,9%), analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni (59,6%), mentre, tra gli operai specializzati, latitano i fabbri ferrai costruttori di utensili (76,8%), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (72,4%) fonditori, saldatori, lattonieri e montatori (71,5%).
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