ITA Airways e Lufthansa: un nuovo decollo per l’Italia?

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Immaginate un aereo, uno di quelli che abbiamo visto volare nei cieli per decenni con il tricolore sulla coda. Un aereo che porta con sé non solo passeggeri, ma una storia, un’identità, un sogno. E ora, immaginate che quell’aereo abbia bisogno di una nuova compagnia per riprendere quota. Questo è, in fondo, ciò che sta accadendo con ITA Airways e Lufthansa: una partnership che promette di rilanciare il trasporto aereo italiano, ma che solleva anche domande profonde su chi siamo e dove stiamo andando.

ITA Airways e Lufthansa: un nuovo decollo per l’Italia?

Alitalia, che oggi è ITA Airways, è stata molto più di una compagnia aerea. Era un simbolo. Per i nostri nonni, era il segno che l’Italia poteva rialzarsi dalle macerie della guerra e volare alta. Era un messaggio al mondo: “Guardateci, siamo tornati, e siamo capaci di competere”. Negli anni '60 e '70, portava l’eleganza italiana ovunque, con hostess impeccabili in tailleur firmati e aerei che profumavano di stile e raffinatezza.

Ma ogni simbolo ha un prezzo, e quello di Alitalia si è rivelato altissimo. Gli anni '80 e '90 hanno visto l’inizio delle turbolenze: scioperi, conflitti sindacali, cambi di direzione. Alitalia diventava sempre meno un orgoglio e sempre più un problema. Gli interventi dello Stato, pensati per salvarla, finivano spesso per prolungarne l’agonia. Il mondo cambiava, le compagnie low-cost prendevano il volo, ma Alitalia sembrava incapace di adattarsi.

Un fallimento annunciato

Nel 2008, con l’“operazione Fenice” e l’ingresso dei famosi “capitani coraggiosi”, sembrava esserci una luce in fondo al tunnel. Ma quella luce si rivelò un miraggio. I problemi strutturali restavano, e così le perdite. Si arrivò al commissariamento nel 2017, un ultimo disperato tentativo di salvare ciò che restava. A quel punto, era chiaro a tutti che qualcosa doveva cambiare, e che la vecchia Alitalia non poteva più esistere.

ITA Airways: una rinascita faticosa

Quando Alitalia chiuse definitivamente i battenti e ITA Airways prese il volo nell’ottobre 2021, c’era un misto di speranza e scetticismo. ITA era più piccola, più leggera, pensata per essere più agile in un mercato sempre più competitivo. Ma la realtà del trasporto aereo moderno è spietata: senza le risorse giuste e una rete globale di rotte, è quasi impossibile sopravvivere.

Nonostante gli sforzi del governo italiano e dei dirigenti di Ita, le difficoltà non sono mai scomparse. I numeri non tornavano, la concorrenza delle compagnie low-cost era feroce, e il mercato internazionale sembrava sempre più lontano. Così, l’idea di un partner forte è diventata non solo un’opzione, ma una necessità.

Cosa cambia con Lufthansa?

L’accordo con Lufthansa, siglato nel gennaio 2025, rappresenta una svolta storica. La compagnia tedesca acquisisce il 41% di ITA Airways con un investimento iniziale di 325 milioni di euro, e prevede di rilevare il controllo completo entro il 2033. Questo significa che ITA diventerà parte integrante del gruppo Lufthansa, uno dei colossi dell’aviazione mondiale.

Per Ita, i vantaggi sono evidenti. Lufthansa porta con sé risorse, una rete globale di destinazioni, e una gestione che ha già dimostrato di saper trasformare compagnie in difficoltà in successi. Ma significa anche che ITA perde parte della sua autonomia, diventando un tassello di un mosaico più grande.

Un paese che cerca stabilità

La storia di ITA e Lufthansa è anche la storia di un’Italia che ha spesso faticato a fare sistema. Negli ultimi decenni, abbiamo visto svanire molti dei nostri grandi simboli, spesso a causa di gestioni inefficienti o di scelte miopi. E ogni volta, ci siamo trovati a cedere qualcosa di nostro per cercare un aiuto dall’esterno.

Ma forse, questa volta, c’è una lezione da imparare. Lufthansa non è solo un partner: è un’opportunità per guardare avanti, per ripensare il nostro ruolo nel mondo e per dimostrare che l’Italia sa ancora competere, anche quando gioca in squadra con altri.

Il futuro, tra sogni e realtà

Il destino di ITA Airways è ora legato a doppio filo con quello di Lufthansa. Se sarà un successo o un fallimento, lo dirà il tempo. Ma una cosa è certa: non si torna indietro.

Il futuro è un cielo aperto, dove non basta volare, ma bisogna saper navigare le turbolenze. L’Italia, come Ita, deve imparare a trovare il proprio spazio in un mondo globalizzato, senza perdere di vista ciò che la rende unica. E forse, in questa fusione, c’è un’opportunità per riscoprire l’orgoglio di fare parte di una squadra più grande, senza dimenticare le proprie radici.

Perché, in fondo, l’eleganza italiana non è mai stata solo nei dettagli, ma nella capacità di affrontare il cambiamento con stile. E ora, più che mai, abbiamo bisogno di quello stile per continuare a volare.
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