Istat: aumenta la spesa media mensile, ma l'inflazione neutralizza l'incremento

- di: Redazione
 
Potrebbe apparire, ad una prima lettura, come un dato positivo quello che lo scorso anno, secondo le rilevazioni dell'Istat, la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è stata di 2.625 euro in valori correnti, con un forte aumento (+8,7%) rispetto ai 2.415 euro dell'anno precedente. Ma l'Istat ammonisce che questo incremento, tuttavia, è stato in parte neutralizzato dall'incidenza dell'inflazione, che ancora non è stata riportata alle soglie fisiologiche che la Bce si è poste come obiettivo.

Istat: aumenta la spesa media mensile, ma l'inflazione neutralizza l'incremento

La crescita di quella media mensile, infatti, non corrisponde a un maggiore livello di spesa per consumi anche in termini reali. Questo perché, dice l'Istat, ''considerata la forte accelerazione dell’inflazione registrata nel 2022 (+8,7% la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, IPCA), la spesa in termini reali rimane sostanzialmente inalterata''.
L'istituto statistico fa anche una puntualizzazione per fasce sociali, dicendo che ''poiché la distribuzione dei consumi è asimmetrica e più concentrata nei livelli medio-bassi'', la maggioranza delle famiglie ''spende un importo inferiore al valore medio''. 
Una affermazione che ha il conforto del fatto che, se si guarda al valore mediano (il livello di spesa per consumi che divide il numero di famiglie in due parti uguali), il 50% delle famiglie residenti in Italia ha speso nel 2022 una cifra non superiore a 2.197 euro (ne 2021 erano stati 2.023). .
L'Istat spiega, quindi, che ''le famiglie hanno posto in essere strategie di risparmio per far fronte al forte aumento dei prezzi che ha caratterizzato il 2022, in parte grazie a quanto accumulato negli anni di crisi dovuta al Covid. Nel 2020 e nel 2021, infatti, il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici è stato, rispettivamente, del 15,6% e del 13,2%, prima di ridiscendere ai livelli pre-Covid attestandosi attorno all’8%. In molti casi si è trattato anche di modificare le proprie scelte di acquisto, in particolare nel comparto alimentare. Il 29,5% delle famiglie intervistate nel 2022 dichiara, infatti, di aver provato a limitare, rispetto a un anno prima, la quantità e/o la qualità del cibo acquistato''. Questo comportamento trova conferma anche nei dati Istat sul commercio al dettaglio, che registrano in media, nel 2022, per la vendita di beni alimentari, un aumento tendenziale in valore (+4,6%), soprattutto nei discount, e una diminuzione in volume (-4,3%).
Entrando nello specifico, l'Istat dice che nel 2022, ''a fronte del marcato incremento dei prezzi di Alimentari e bevande analcoliche (+9,3% la variazione su base annua dell’IPCA), le spese delle famiglie per l’acquisto di questi prodotti sono cresciute del 3,3% rispetto all’anno precedente (482 euro mensili, pari al 18,4% della spesa totale): il 21,5% della spesa alimentare è destinato alla carne, il 15,7% a cereali e a prodotti a base di cereali, il 12,7% a ortaggi, tuberi e legumi, il 12,0% a latte, altri prodotti lattiero-caseari e uova, l’8,5% alla frutta e il 7,9% a pesce e frutti di mare''.
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