La nota dell’Istat: "Quadro non roseo per l’Italia e l’economia internazionale"

- di: Redazione
 

Se Atene piange, Sparta non ride. Così, se l’economia internazionale mostra una crescita stabile, caratterizzata però da elevata incertezza e rischi al ribasso, l’economia italiana, nel terzo trimestre 2024, mostra un Pil che è rimasto stazionario rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un risultato peggiore rispetto ai principali partner europei e alla media dell’area euro.

La nota dell’Istat: "Quadro non roseo per l’Italia e l’economia internazionale"

Lo afferma la “Nota sull’andamento dell’economia italiana“ dell’Istituto nazionale di statistica, relativa al bimestre settembre-ottobre 2024.

Sulle prospettive globali  - si afferma nella Nota - pesano le persistenti tensioni geo economiche che nel periodo più recente si sono accentuate. Il FMI prevede un aumento del Pil mondiale del 3,2% sia per quest’anno sia per il prossimo, con un maggior dinamismo in Cina e negli Stati Uniti rispetto all’area euro, il cui tasso di espansione sconta anche la debolezza della Germania”. Quanto al commercio globale, continua a crescere ma le prospettive sono in leggero peggioramento.

Sull’Italia la Nota dell’Istat rileva che “l’attività economica ha rallentato rispetto alla prima metà dell’anno, segnando un risultato peggiore rispetto ai principali partner europei e alla media dell’area euro (+0,4%,). La domanda nazionale (al lordo delle scorte) ha fornito un apporto positivo alla crescita a differenza della componente estera netta che ha, invece, contribuito negativamente. La variazione acquisita del Pil per il 2024 è pari a +0,4%”.

Sul fronte della produzione industriale, l’indice destagionalizzato della produzione manifatturiera a settembre è diminuito dello 0,4% in termini congiunturali dopo la variazione nulla segnata ad agosto, mentre l’indice tendenziale (ossia facendo il confronto tra settembre 2024 e settembre 2023) è sceso del 4%.

Si registra poi un forte rallentamento del settore delle costruzioni ad agosto, (-1,8% rispetto a luglio), mentre il clima di fiducia delle imprese a ottobre raggiunge il valore minimo da aprile 2021, come sintesi di un aumento nel settore delle costruzioni e delle vendite al dettaglio e del forte calo nel settore dei servizi di mercato, soprattutto nel comparto del trasporto e magazzinaggio. Nella manifattura si è osservata una riduzione meno marcata rispetto a quella dei servizi di mercato, con un deterioramento della fiducia tra le imprese che producono beni intermedi e beni strumentali e un lieve miglioramento per quelle che producono beni di consumo.

Nella manifattura sono peggiorati i giudizi sul livello degli ordini e le aspettative sul livello della produzione; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto a settembre. Inoltre, è stata stimata una diminuzione del grado di utilizzo degli impianti e un ulteriore aumento della quota di imprese che segnala l’insufficienza di domanda quale ostacolo all’attività produttiva.

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