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Inflazione in risalita a novembre 2024: l’analisi dei dati preliminari Istat

- di: Barbara Leone
 
Inflazione in risalita a novembre 2024: l’analisi dei dati preliminari Istat
Secondo le stime preliminari pubblicate dall’Istat, nel mese di novembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato una variazione nulla su base mensile e un aumento dell’1,4% su base annua, segnando un’accelerazione rispetto al +0,9% di ottobre. Questa risalita del tasso d’inflazione riflette, in primo luogo, l’aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati, passati da un incremento del +3,9% a +7,5%, e il rallentamento della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che hanno registrato una contrazione più contenuta (da -10,2% a -6,6%). L’analisi dell’Istat evidenzia come diversi comparti abbiano contribuito a sostenere l’inflazione. Beni alimentari: i prezzi degli alimenti lavorati sono aumentati dal +1,7% al +2,4%, mentre quelli degli alimenti non lavorati sono cresciuti dal +3,4% al +4,1%.

Beni durevoli e non durevoli: i beni durevoli hanno ridotto la loro flessione (da -1,4% a -0,8%), mentre i beni non durevoli hanno accelerato leggermente (da +0,9% a +1,3%). Servizi: i prezzi dei servizi relativi ai trasporti sono aumentati dal +3,0% al +3,5%, mentre quelli relativi all’abitazione hanno registrato un lieve incremento (da +2,3% a +2,5%). Anche i servizi relativi alle comunicazioni hanno mostrato una crescita moderata (da +1,0% a +1,2%). Inoltre, si è osservato un aumento dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che sono passati dal +2,0% al +2,6%, e dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, cresciuti dall’1,0% all’1,8% su base annua.

Nel mese di novembre, l’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e gli alimentari freschi, ha accelerato dal +1,8% al +1,9%. Anche l’indicatore che esclude solo i beni energetici ha mostrato un incremento più marcato, passando dal +1,9% al +2,2%. Per quanto riguarda la dinamica tendenziale, i prezzi dei beni hanno registrato un’inversione di tendenza, passando da una flessione dello 0,5% a una crescita dello 0,4%. Parallelamente, i prezzi dei servizi sono aumentati lievemente (da +2,7% a +2,8%). Questo ha comportato una riduzione del differenziale inflazionistico tra beni e servizi, che si è portato a +2,4 punti percentuali rispetto ai +3,2 di ottobre. L’assenza di variazioni su base mensile dell’indice generale è il risultato di dinamiche contrastanti. I prezzi dei beni energetici regolamentati hanno registrato un aumento del +2,7%, quelli dei beni alimentari non lavorati del +1,5% e quelli lavorati del +0,8%. Anche i servizi relativi all’abitazione hanno contribuito con un incremento dello 0,3%. I prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona sono invece diminuiti dell’1,2%, compensando in parte gli aumenti registrati in altri comparti.

Per il 2024, l’inflazione acquisita è pari all’1,0% per l’indice generale e al 2,0% per la componente di fondo, indicando un incremento della pressione inflazionistica già consolidato. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che consente confronti tra Paesi europei, ha mostrato una variazione nulla su base mensile e un aumento del +1,6% su base annua, in accelerazione rispetto al +1,0% di ottobre.
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