Iren: ricavi a 4,16 miliardi di euro e utile netto in crescita del 9%

- di: Barbara Leone
 
Il Consiglio di Amministrazione di Iren ha approvato i risultati al 30 settembre 2024, riflettendo un quadro di crescita in alcune aree chiave e di contrazione in altre, per un totale di 4,156 miliardi di euro di ricavi, in calo del 10,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Calo che, evidenzia una nota del Gruppo , è legato a diversi fattori. Anzitutto, la flessione dei prezzi delle materie prime energetiche ha inciso per circa 270 milioni di euro, influenzando negativamente il comparto energetico. Un altro elemento che ha contribuito al calo è stato il progressivo esaurimento dei progetti relativi al Superbonus 110%, una misura di incentivazione per la riqualificazione energetica degli edifici, che ha determinato una riduzione di oltre 250 milioni di euro. D’altro canto, alcune acquisizioni strategiche, tra cui Siena Ambiente e Acquaenna, hanno contribuito positivamente ai ricavi per circa 46 milioni di euro.

Iren: ricavi a 4,16 miliardi di euro e utile netto in crescita del 9%

“I risultati appena approvati con un Utile netto in crescita del +9%, evidenziano una solida crescita di  tutti gli indicatori economico-finanziari rispetto allo scorso anno e ci rendono confidenti di conseguire la  guidance nella fascia alta del range con un EBITDA atteso a fine anno pari a 1.250 milioni di euro ed un  ratio debito netto/EBITDA di 3,3x. – dichiara Luca Dal Fabbro, Presidente esecutivo di Iren – A conferma  dell’impegno a perseguire una crescita equilibrata e sostenibile, il CdA ha deliberando la sottoscrizione  dell’aumento del capitale sociale di EGEA, dando il via al processo che porterà al controllo societario e  al consolidamento da gennaio 2025, con un anno di anticipo rispetto alle attese di Piano Industriale. Il  consolidamento anticipato consentirà al Gruppo  di incrementare di circa 55/60 milioni di euro l’Ebitda  atteso nel 2025, confermando l’operazione Egea un grande successo industriale per il Gruppo .”

“La crescita dell’EBITDA del 8% nei primi 9 mesi, certifica i significativi passi in avanti compiuti da Iren  nell’execution del Piano Industriale, grazie anche a investimenti tecnici di 560 milioni di euro destinati  alla crescita futura – dichiara Gianluca Bufo, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren – . Abbiamo ottenuto traguardi importanti nel solido modello di business tra filiera energetica e business  regolati: la produzione idroelettrica, con una previsione di 1,4 TWh a fine anno, ci porta a record storico.  La base clienti è cresciuta oltre i 2,3 milioni, con ulteriori 400 mila contratti di servizi e prodotti IrenPlus.  Abbiamo raggiunto quasi 500 Comuni con i servizi ambientali e continuiamo a migliorare la qualità dei  servizi di distribuzione a beneficio degli abitanti serviti”.

“In questi nove mesi, abbiamo acquisito 410 persone grazie ad attente politiche di assunzione finalizzate  allo sviluppo e all’internalizzazione di attività e ad operazioni inorganiche  – dichiara Moris Ferretti, vice Presidente esecutivo del Gruppo  Iren –. La strategia di Iren da sempre orientata a creare valore duraturo  per i propri territori si rafforza costantemente promuovendo l’occupazione locale e investendo in sostenibilità. In quest’ottica rientrano tutte le nuove acquisizioni, che ci hanno permesso di crescere  significativamente anche in nuove regioni, prima fra tutte la Toscana.”

Nonostante la flessione dei ricavi, il margine operativo lordo (EBITDA) di Iren ha registrato una crescita del 7,7%, raggiungendo i 923,5 milioni di euro. Un incremento che si inserisce in un contesto energetico complesso, caratterizzato da prezzi elettrici in calo (-21%), ma parzialmente compensato dall’aumento della produzione idroelettrica (+29%) e fotovoltaica (+42%). Significativa è stata anche la performance del comparto commerciale delle commodities, che ha visto un recupero della marginalità grazie alle vendite di energia elettrica. Anche le revisioni tariffarie nella Business Unit Reti hanno sostenuto il margine. L’andamento del margine operativo è stato sostenuto dalle buone performance in quasi tutte le business unit, con la BU Mercato in testa (+49,4%), seguita da Reti (+28,5%) e Ambiente (+3,7%). Tuttavia, la BU Energia ha registrato un calo del 29,9%, evidenziando le difficoltà derivanti dalla flessione dei prezzi delle commodities. L’utile operativo di Iren (EBIT) ha registrato una crescita del 16,8%, salendo a 378,7 milioni di euro. Un risultato positivo attribuibile a una riduzione degli accantonamenti ai fondi rischi, con un risparmio di circa 43 milioni di euro rispetto al 2023. I costi aggiuntivi legati ad ammortamenti e svalutazioni, inclusi i danni derivanti dall’incendio dell’impianto di selezione e trattamento della plastica a Cadelbosco, sono stati gestiti attraverso strategie di compensazione mirate. L’utile netto del Gruppo , attribuibile agli azionisti, ha visto una crescita del 9%, raggiungendo i 192,6 milioni di euro, nonostante un aumento del tax rate, ora al 30%. Questo incremento è conseguenza della tassazione sui crediti d'imposta legati ai costi dell'energia, che ha impattato sull’utile netto in misura contenuta rispetto alla crescita operativa complessiva.

Al 30 settembre 2024, l'indebitamento finanziario netto di Iren si è attestato a 4,107 miliardi di euro, con un incremento del 4% rispetto ai 3,934 miliardi di fine 2023. La gestione oculata del flusso di cassa ha permesso al Gruppo  di coprire interamente gli investimenti tecnici e finanziari effettuati nel periodo. La cessione dei crediti derivanti dal Superbonus ha contribuito a mantenere l’indebitamento contenuto, nonostante l’incremento legato a consumi di gas per la produzione termoelettrica nel terzo trimestre. Gli investimenti lordi realizzati nei primi nove mesi del 2024 sono ammontati a 671 milioni di euro, con una crescita del 12% rispetto al 2023. Questi investimenti, pari a circa un miliardo per l’intero anno, sono stati destinati al miglioramento delle infrastrutture del ciclo idrico integrato, all’ammodernamento delle reti elettriche e gas, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti e alla produzione di energia rinnovabile. Tra gli investimenti finanziari, si segnala l’acquisto di una quota di minoranza in Egea, oltre a progetti strategici come il nuovo impianto agrivoltaico.

Il margine operativo lordo del settore Reti ha registrato un aumento significativo del 28,5%, raggiungendo i 359,1 milioni di euro. La crescita è stata sostenuta dai vincoli tariffari e dagli investimenti passati nelle reti idriche, elettriche e gas. Gli investimenti lordi del settore ammontano a 254 milioni di euro, destinati a migliorare le infrastrutture essenziali. La BU Ambiente ha ottenuto un EBITDA di 193,7 milioni di euro, con un incremento del 3,7%. Nonostante le difficoltà legate alla manutenzione straordinaria e a eventi imprevisti come il guasto sul WTE di Torino e l’incendio a Cadelbosco, la BU Ambiente ha beneficiato della regolazione tariffaria nel segmento della raccolta rifiuti. Le recenti acquisizioni di impianti e la gestione di oltre 3 milioni di tonnellate di rifiuti hanno contribuito a questa crescita. Con un margine operativo lordo in calo del 29,9%, la BU Energia ha registrato una riduzione a 187,6 milioni di euro. La flessione è legata soprattutto al calo dei prezzi delle commodities energetiche, in particolare nel segmento della cogenerazione. Tuttavia, la BU Energia ha parzialmente compensato queste perdite con una maggiore produzione idroelettrica e fotovoltaica. Gli investimenti in questo settore sono stati pari a 107 milioni di euro, destinati allo sviluppo delle reti di teleriscaldamento e degli impianti rinnovabili. L’area Mercato ha mostrato una crescita eccezionale, con un EBITDA di 179,3 milioni di euro (+49,4%). In particolare, la vendita di energia elettrica ha visto un miglioramento della marginalità del 84,3%. Questo risultato positivo riflette la strategia di ampliamento del portafoglio clienti e l’attenzione alla gestione della volatilità dei prezzi energetici. Complessivamente, il settore ha visto investimenti per 54 milioni di euro.

Guardando al futuro, Iren identifica tre rischi chiave: i tassi di interesse, la volatilità delle commodities e l’impatto del clima. Tuttavia, il monitoraggio costante di questi fattori consente al Gruppo  di adattare la propria strategia in modo da garantire una crescita stabile. Gli investimenti previsti per il 2024, pari a circa un miliardo di euro, continueranno a concentrarsi sull’efficienza delle reti, sullo sviluppo della raccolta e del trattamento dei rifiuti e sulla produzione di energia rinnovabile. L’anno dovrebbe chiudersi in crescita, grazie al consolidamento delle nuove acquisizioni e alla solidità della BU Mercato, oltre alla stabilità tariffaria. Iren ha utilizzato nel suo report alcuni indicatori alternativi di performance (API), tra cui il capitale investito netto (CIN), l’indebitamento finanziario netto e il capitale circolante netto (CCN). Questi indicatori permettono di comprendere meglio la struttura finanziaria del Gruppo  e la sua efficienza operativa nel tempo.

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