Inquinamento, scienziati: "Aumentano i ricoveri, non c'è soglia sicura per cuore e polmoni"

- di: Barbara Bizzarri
 

Smog: non esiste una soglia sicura per l'effetto cronico del particolato fine Pm 2,5 sulla salute cardiovascolare”: è quanto asserisce uno studio condotto da scienziati dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health, congiuntamente ad altri esperti provenienti da varie università americane. Tra gli autori, anche la scienziata italiana esperta di biostatistica Francesca Dominici, in forze all'università di Harvard. Il lavoro pubblicato su 'Bmj' stima le associazioni tra l'esposizione cronica a questo tipo di polveri sottili e il rischio di un primo ricovero ospedaliero per sottotipi di malattie cardiovascolari maggiori.

Inquinamento, scienziati: "Aumentano i ricoveri"

Da premettere che, nel 2021, l'OMS ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell'aria, raccomandando che i livelli medi annuali di particolato Pm 2,5 non dovrebbero superare i 5 microgrammi per metro cubo (μg/m3) e che le concentrazioni medie di Pm2,5 nelle 24 ore non dovrebbero superare i 15 μg/m3 per più di 3-4 giorni all'anno.

Quello condotto da Yaguang Wei del Dipartimento di salute ambientale dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health e colleghi, è uno studio di coorte basato sulla popolazione: sono stati presi in considerazione i dati di una coorte di 59.761.494 di adulti degli Usa, beneficiari del programma Medicare di età uguale o superiore a 65 anni che si erano iscritti a servizi a pagamento nel periodo 2000-2016. Le previsioni calibrate di Pm 2.5 sono state collegate al codice postale residenziale di ciascun partecipante come misurazioni proxy dell'esposizione.

Dall'analisi è emerso che l'esposizione media di tre anni al Pm 2,5 è stata associata a un aumento del rischio relativo di primi ricoveri ospedalieri per cardiopatia ischemica, malattia cerebrovascolare, insufficienza cardiaca, cardiomiopatia, aritmia e aneurismi dell'aorta toracica e addominale. La curva esposizione-risposta ha mostrato un aumento del rischio associato a Pm 2,5. Su scala assoluta, il rischio di ricovero ospedaliero per queste patologie cardiovascolari è aumentato dal 2,59% associato a esposizioni uguali o inferiori ai 5 microgrammi per metro cubo (indicato dalle linee guida sulla qualità dell'aria dell'Oms) al 3,35% con esposizioni comprese tra 9 e 10 microgrammi/m 3 (fascia in cui era compresa la media nazionale statunitense durante il periodo di studio, pari a 9,7). Gli effetti persistevano per almeno 3 anni dopo l'esposizione al Pm 2,5. Un altro elemento rilevato dai ricercatori è che l'età, l'istruzione, l'accessibilità all'assistenza sanitaria e il livello di deprivazione del quartiere sembravano modificare la suscettibilità al Pm 2,5.

I gruppi di ricerca riconoscono diversi limiti nei loro studi, tra cui una possibile classificazione errata dell'esposizione alle polveri fini, e precisano che fattori non misurati potrebbero aver influenzato i risultati. I dati osservati potrebbero inoltre, non essere applicabili a cittadini senza assicurazione medica, bambini e adolescenti, e a chi vive fuori dagli Stati Uniti. Ma, detto questo, per i ricercatori "i risultati offrono un importante contributo al dibattito sulla revisione dei limiti" ai livelli di smog"delle linee guida e degli standard sulla qualità dell'aria", concludendo che "questi nuovi dati rappresentano un prezioso riferimento per futuri standard nazionali sull'inquinamento atmosferico".

Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli