Inflazione, è record del decennio per le materie prime agricole

- di: Giuseppe Castellini
 
“Le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali sono schizzati su massimi storici con il mais che registra il maggior incremento del decennio mentre la soia ha raggiunto il picco da quasi sette anni”.
Lo afferma Coldiretti alla luce di quanto emerso sulla base dei contratti future nei listini del Chicago Bord of Trade, il punto di riferimento internazionale per il mercato future i delle materie prime agricole. Secondo l’analisi Coldiretti le quotazioni nell’ ultimo anno sono schizzate all’insù, con aumenti del 74% per il mais e del 77% per la soia.

“Occorre convocare al più presto il tavolo zootecnico presso il Ministero per individuare strumenti che consentano di fissare i prezzi su valori che non scendano a livelli inferiori ai costi di produzioni sostenuti dalle aziende”, afferma Coldiretti, spiegando che “l’emergenza Covid ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono però riconosciuti in molti casi compensi per la carne e per il latte più bassi degli scorsi anni. Una situazione insostenibile con il rischio di non riuscire a garantire razioni adeguate agli animali soprattutto di fronte ad alcune proposte di riduzione dei prezzi riconosciuti alla stalla per il latte che mettono in pericolo la sopravvivenza della Fattoria Italia”.

Per la principale Organizzazione agricola italiana in gioco c’è il futuro dell’allevamento italiano: “In una situazione in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione”.
Per Coldiretti nell’immediato “occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell’intera filiera per non perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia, che è fortemente deficitario nei prodotti zootecnici. Ma c’è anche bisogno di un piano di potenziamento o e di stoccaggio per le principali commodities, dalla soia al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività al Paese rispetto ai concorrenti stranieri”.
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