L'inflazione cala, l'economia dà segni di ripresa, ma milioni di persone sono in difficoltà economiche

- di: David Lewis
 
Il Regno Unito sta vivendo un momento storico particolare perché, dopo avere patito la lunghissima stagione dell'inflazione che correva e con l'economia che, di fatto, era andata in recessione, sebbene ancora tecnica, ora sembra essere sul punto di ripartire.
Lo conferma il rasserenato clima in economia, dopo che la crescita dei prezzi sembra essere rallentata, anche se l'inflazione è ancora sopra l'obiettivo del 2% fissato dalla Banca d'Inghilterra. Che, da parte sua, decidendo di non toccare i tassi d'interesse e facendo quindi capire che i tagli stanno per arrivare, ha lasciato pensare a tutti che il peggio sia alle spalle e che, in un futuro lontano, tutto andrà bene, se non benissimo.

L'inflazione cala ma milioni di persone sono in difficoltà economiche

Ma non è proprio così perché, secondo un sondaggio condotto da Debt Justice (un ente che segue appunto la dinamica del debito e le sue ricadute), il numero delle persone che si trovano, nel Regno Unito, in una condizione di difficoltà finanziaria ha toccato il record di 6,7 milioni di soggetti. Il perché è semplice: il costo della vita si è talmente elevato da costringere un numero sempre più alto di famiglie a ricorrere ai debiti per potere mantenere un'esistenza dignitosa.

Secondo il sondaggio, il 13% degli adulti non ha effettuato tre o più pagamenti di crediti o fatture negli ultimi sei mesi, una cifra che sale al 29% tra i giovani tra i 18 e i 24 anni e un quarto tra i 25 e i 34 anni. Percentuali che, visto il loro livello, sono chiarificatrici del problema.
A conferma del disagio economiche di milioni britannici ci sono i dati raccolti dagli enti di beneficenza, secondo i quali è cresciuto il numero di coloro che si rivolgono ad essi per problemi economici cui non riescono a fare fronte. E un'altra conferma arriva dal fatto che rapporti ufficiali mostrano un aumento del numero di persone che diventano insolventi.

Questi numeri sembrano essere per difetto o, per essere più precisi, ormai superati dalla quotidianità.
Un ente di beneficenza, che fornisce consulenza su debiti, soprattutto nell'area di Londra e nel sud-est dell’Inghilterra, ha affermato che le richieste sono aumentate di un quinto nei primi due mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
A determinare questa situazione di diffuso disagio non sono tanto le spese correnti, tra bollette energetiche e acquisto di alcuni generi necessari, quanto il fatto che i rialzi dei tassi di interesse, attuati da oltre un anno dalla Banca d'Inghilterra e che sono ora sono stati fortunatamente fermati, hanno fatto schizzare gli affitti e i mutui, con le comprensibili ricadute sui bilanci delle famiglie.

Un'altra conferma?
Eccola: gli ultimi dati dell'Insolvency Service (un'agenzia governativa che, si legge sul suo sito, ''aiuta a creare fiducia economica sostenendo chi si trova in difficoltà finanziarie, contrastando gli illeciti finanziari e massimizzando i rendimenti per i creditori'') mostrano che 10.136 persone sono entrate in stato di insolvenza nel mese di febbraio, con un aumento del 23% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.
Davanti a questa situazione, Debt Justice ha chiesto a tutti i partiti di impegnarsi ad aiutare coloro che hanno debiti ingestibili a ricominciare da capo e a fornire loro protezione contro l'eccessiva aggressività degli esattori.

Uno dei suoi massimi responsabili, Joe Cox, ha sollecitato i partiti a inserire nei loro programmi iniziative che fronteggino la portata dell’emergenza debitoria delle famiglie del Regno Unito". Da parte sua, Bruce Connell, amministratore delegato di Crosslight Advice, un ente benefico, ha affermato che, sebbene tutti siano stati colpiti in qualche modo dalla crisi del costo della vita, i dati della sua organizzazione ricordano che "un numero enorme di persone si trova in situazioni finanziarie impossibili", spiegando che ''quasi la metà di coloro che hanno contattato l’organizzazione benefica per chiedere aiuto hanno dovuto ridurre o restare senza cibo a causa di pressioni finanziarie''.
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