Scandali locali infiammano la politica: da Milano a Sorrento, un’ondata di guai giudiziari scuote il paese con accuse che spaziano da corruzione a malversazione.
(Foto: fotomontaggio).
L'Italia delle autonomie locali è travolta da una serie di inchieste che coinvolgono sindaci, assessori e governatori di ogni colore politico, in un vero e proprio tsunami giudiziario che mina la fiducia pubblica. Fra indagini su urbanistica, affidamenti, appalti e fondi pubblici, lo spaccato che emerge è quello di una repubblica fatta di interessi opachi e accuse pesantissime: corruzione, induzione indebita, malversazione e infedeltà patrimoniale.
Milano: Sala indagato, Tancredi si dimette
A Milano, il sindaco Giuseppe Sala è indagato per *“false dichiarazioni su qualità personali”* e concorso in *“induzione indebita a dare o promettere utilità”* nell'ambito di un’inchiesta sull’urbanistica. Nonostante il nervosismo politico, Sala ha deciso di restare in sella, dichiarando in Consiglio comunale che *“le mie mani sono pulite”* e ribadendo di voler proseguire l’opera di rilancio della città, *“se la maggioranza lo appoggia”*.
In contemporanea, l’assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi — accusato di corruzione, induzione indebita e falso — si è dimesso dopo la richiesta di arresti domiciliari da parte della Procura.
Torino: scoppia il caso Rear
A Torino, la Procura ha chiuso l’indagine sui servizi di sicurezza della cooperativa Rear, notificando la chiusura delle indagini a otto indagati, tra cui il deputato Pd Mauro Laus, l’assessore ai Grandi Eventi Mimmo Carretta e la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo. Le accuse? Infedeltà patrimoniale e malversazione di erogazioni pubbliche, con stipendi elargiti senza un lavoro reale, anche a familiari e amici.
Genova e Venezia: indegnità sotto accusa
Nel Nord-Ovest, anche Genova e Venezia sono scosse da inchieste. A Genova è coinvolta la sindaca Silvia Salis per corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio, accanto all’ex assessore Sergio Gambino.
A Venezia, il sindaco Luigi Brugnaro ha ricevuto la richiesta di rinvio a giudizio — assieme a 33 indagati — per corruzione nell'ambito del filone "Palude", in cui è coinvolto anche l’ex assessore Renato Boraso, ora ai domiciliari.
Centro-Sud: appalti, affidamenti e fondi pubblici
Nel Centro Italia, emergono casi altrettanto eclatanti. A Prato si fa luce su un presunto scambio di favori tra l'ex sindaca Ilaria Bugetti e l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci. Nelle Marche, l’ex sindaco di Pesaro e candidato Pd Matteo Ricci ha ricevuto un avviso di garanzia per affidamenti sospetti ai servizi sociali della città.
Nel Meridione il terremoto giudiziario non si ferma. In Campania, l'ex sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, è stato arrestato lo scorso 21 maggio per aver ricevuto una *“mazzetta”* e, il 15 luglio, è stato destinatario di una nuova misura cautelare per irregolarità negli appalti.
In Puglia, l’assessore regionale allo sviluppo economico Alessandro Delli Noci è indagato per corruzione e gestione illecita di fondi pubblici, con l’accusa di favoritismi verso alcuni imprenditori.
In Basilicata, il governatore Vito Bardi è stato rinviato a giudizio per concorso in induzione a dare o promettere utilità, nell'ambito di presunte irregolarità nella sanità lucana.
Infine, in Sicilia, l’ex assessora regionale allo Sport Elvira Amata e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno sono coinvolti in un’inchiesta su contributi culturali concessi in cambio di incarichi e consulenze per i loro staff.
Un’ondata senza precedenti
Il filo rosso di questi scandali locali richiama l’epoca di Mani Pulite, quando una gigantesca ondata di inchieste investì la prima repubblica, facendo crollare gli antichi equilibri istituzionali. Oggi, quel bagaglio storico riemerge con forza: l’opinione pubblica assiste a uno spettacolo impietoso, in cui le regole sembrano fatte per favorire clientele e poteri locali, senza dimenticare le infiltrazioni mafiose di cui persino il Nord non è immune.
Cosa succede ora?
Le procure hanno messo a processo o sono in procinto di farlo diversi amministratori chiave, mentre il dibattito politico si accende. I partiti — a cominciare dal Pd — oscillano tra solidarietà e pressione per scelte drastiche, come dimostra il caso Sala, su cui si registra anche la spinta della segreteria Schlein per *“un cambio radicale”*.
Il percorso giudiziario si preannuncia complesso e articolato, con udienze, processi e possibili patteggiamenti in un calendario che rischia di allungarsi nei mesi a venire.
Una politica fragile
Questa rete di inchieste fotografa una politica locale fragile, in cui il potere e gli appetiti opachi hanno strappato il velo degli interessi pubblici. Non si tratta di un’anomalia locale ma di un problema sistemico: la risposta della magistratura, seppure tardiva, restituisce verità a un Paese che chiede concretezza. Sta ora alla politica rispondere con trasparenza e riforme coraggiose, per evitare di tornare a un’antica e pericolosa recita delle *“mani sporche”*.