Hasya Yoga, lo Yoga del sorriso

- di: Claudia Loizzi
 

Lo Yoga si compone di pratiche diverse, in ogni disciplina però vi è un fil rouge: la respirazione e movimenti del corpo tali da favorirla.
L’essenza della vita è il respiro, il Prana, la forza vitale.
Noi non abbiamo bisogno di più energia, di più forza, più di quanto abbiamo, piuttosto abbiamo bisogno di farla fluire. Le emozioni che proviamo le prova o subisce anche il corpo: Shringara (amore), Karuna (dolore), Raudra (rabbia), Veera (eroismo/coraggio), Bhayanaka (terrore/paura), Bheebhatsya (disgusto), Adbutha (sorpresa/meraviglia), Shantha (pace e tranquillità), infine ma non meno importante Hasya (sorriso).
A causa dello stress e delle emozioni negative che non riusciamo a gestire, questa energia ristagna creandoci un problema. Lo yoga risponde a questa esigenza, più che sviluppare energia, ci insegna a farla fluire attraverso esercizi mirati e a migliorare il nostro modo di respirare rendendolo regolare e profondo.
Spesso si pensa allo Yoga come un momento per ritrovare se stessi in un ambiente rilassante che favorisca anche la meditazione.
Non è solo o sempre così!

Hasya Yoga ti insegna a ridere.
Il sorriso è sinonimo già di per sé di buona salute. Dopo una bella risata ci si sente davvero meglio. Si rideva di più da piccoli, a crepapelle, a volte fino a sentire i crampi alla pancia, chi nella propria infanzia non ha almeno un ricordo del genere?
Poi certo si diventa adulti, ridere forse non è tra i comportamenti sociali ritenuti “da vincenti” o alla moda, sicuramente non in un ambiente lavorativo pubblico, e in alcuni casi anche familiare privato. La risata è un comportamento molto più intimo di quanto si possa pensare. Si può ridere anche da soli, è raro, ma più spesso si ride tra amici, tra persone con le quali c’è affinità, complicità, affiatamento. Però l’intimità man mano che si cresce è sempre più complicata da raggiungere: un adulto, avendo oramai introiettato maggiori inibizioni sociali, ha più difficoltà a lasciarsi andare, ha perso la strada per tornare bambino e non sa più che significa davvero divertirsi e stare bene.
Nel 1995 un medico indiano, Madan Kataria, scrisse un articolo per una rivista di medicina dal titolo: Ridere, la migliore medicina. Dalla teoria decise di passare alla pratica. Riunendosi con dei gruppi spontanei in un parco di Mumbay, creò il Club della risata, l’Hasya Yoga. Ridevano tra loro raccontando a turno una barzelletta, una storia buffa o aneddoto divertente. Ognuno del gruppo a fine sessione ne traeva beneficio.
Da 50 persone, ora lo Yoga del sorriso si è diffuso in tutto il mondo con diverse scuole e milioni di partecipanti.
Lo studio del Dr. Kataria si fonda sul fatto che il corpo non distingue tra una risata autentica e una finta, basta allenare il corpo e far finta di ridere, attraverso degli esercizi specifici.
Si inizia con una prima parte dedicata alla respirazione per preparare i polmoni alla risata, questi comprendono: stretching, vocalizzazioni con emissione di suoni ad alta voce, la parlata “Gibberish” (in cui i partecipanti cominciano a parlarsi l’un l’altro con parole senza senso, ma con un ritmo ben preciso).
Poi una seconda parte dedicata agli “esercizi di risate”, dove si alternano risate auto-indotte di 30 secondi, a esercizi di respirazione e allungamento tipici dello yoga.
Il tutto seguito da battiti delle mani che stimolano i centri energetici e movimenti del corpo che combinano elementi di teatro (azione sostenuta da tecniche di visualizzazione) con la libertà espressiva.
La sessione termina con la “meditazione della risata”, che serve a liberare la risata spontanea dei partecipanti: gridando ciascuno a turno delle frasi liberatorie seguite da uno “yes!”.Questo per far cadere le inibizioni, risvegliare la giocosità dei bambini e sviluppare il buonumore lasciandosi andare e divertendosi.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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