Un 2024 sportivo da ricordare, Malagò: "Abbiamo reso fieri gli italiani"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
"Abbiamo reso fieri gli italiani". Giovanni Malagò lo ribadisce con emozione, con lo sguardo di chi sa di rappresentare non solo i vertici dello sport italiano ma anche il cuore pulsante di un Paese che, per un anno intero, ha vissuto di orgoglio e passione. La cornice è quella solenne dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, dove i protagonisti dello sport nazionale si sono riuniti per la cerimonia dei Collari d’Oro al merito sportivo, il riconoscimento più prestigioso che il CONI conferisce a chi ha segnato con il proprio talento la storia recente dello sport tricolore.

Un 2024 sportivo da ricordare, Malagò: "Abbiamo reso fieri gli italiani"

Il presidente del CONI non si è limitato a celebrare i risultati del 2024, ma ha saputo intrecciare il presente con il futuro, ponendo le basi per quello che verrà. La fotografia di quest’anno, che Malagò ha definito “meraviglioso”, è scandita da numeri che non mentono: l’Italia si conferma al terzo posto nel ranking mondiale delle discipline olimpiche, una classifica che misura la forza globale di un Paese nello sport, dietro soltanto a Stati Uniti e Francia e davanti alla Germania. "Non è una posizione acquisita per caso", precisa Malagò, evidenziando come il nostro movimento sportivo abbia saputo adattarsi ai cambiamenti, introducendo nuove discipline e diversificando la propria presenza sul panorama mondiale. "Uno dei nostri meriti è essere diventati un Paese multidisciplinare – sottolinea – e questo ci ha permesso di compensare le difficoltà con nuove opportunità, regalando soddisfazioni enormi ai nostri atleti e a tutti gli italiani".

Malagò non si limita ai numeri, ma scava nel valore simbolico di quanto accaduto nel 2024. "Slittiamo al quarto posto solo nel numero delle vittorie, ma questo non toglie nulla alla grandezza di quest'anno", precisa, rimarcando l’importanza di un movimento sportivo che non è solo vertice, ma un sistema ampio e complesso, che parte dalla base. Ed è proprio da questa base che, secondo il presidente del CONI, si deve partire per comprendere i successi raggiunti: "Sarebbe un grande errore sottovalutare la complessità di come si sono ottenuti questi risultati. È il frutto di un incredibile lavoro di squadra che inizia nelle associazioni dilettantistiche, passa per i corpi dello Stato e arriva agli organismi sportivi. A tutti loro va il mio grazie, a nome del CONI e dell’Italia intera".

Ma le parole di Malagò non sono solo rivolte al passato. C’è un forte richiamo al futuro, a un 2025 che sarà un anno di transizione cruciale verso l’appuntamento più atteso: le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. "Il prossimo anno ci prepariamo a tagliare un traguardo storico, quello delle 800 medaglie olimpiche. È un risultato straordinario, ma dobbiamo continuare a lavorare con la stessa dedizione e lo stesso orgoglio che ci hanno portato qui", spiega, delineando un percorso che non si ferma al semplice successo sportivo, ma che punta a rendere lo sport un patrimonio culturale e sociale per il Paese.

Durante la cerimonia, i volti degli atleti premiati raccontano storie di sacrificio, passione e rivincita, e il calore del pubblico in sala conferma quanto lo sport sia capace di unire, di far sentire ognuno parte di qualcosa di più grande. È questa, forse, la vera vittoria di questo 2024: non solo le medaglie o i podi conquistati, ma l’orgoglio collettivo di un’Italia che, attraverso lo sport, ritrova la propria identità, riscoprendo valori di impegno e comunità.

"Questo meraviglioso 2024 non è un punto d’arrivo, ma una tappa di un viaggio che continua", conclude Malagò, lasciando nell’aria la sensazione che il meglio debba ancora venire. L’eco di queste parole accompagna il pubblico verso l’uscita, mentre il tricolore proiettato sulle pareti dell’auditorium sembra suggerire che lo sport italiano, oggi più che mai, è simbolo di un’Italia che non si arrende e che guarda avanti, con orgoglio e determinazione.

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