Il Fisco mette nel mirino i furbi della doppia residenza

- di: David Lewis
 
Una notizia, in mezzo a tante altre, ma che rischia di diventare importante, perché, se confermata, decreterebbe la fine di un trattamento fiscale che, sino ad oggi, favorisce, in modo evidente, chi vive nel Regno Unito, ma che risiede fiscalmente all'estero. Quindi, parliamo di questi privilegiati, chi vive in UK paga le tasse solo per il denaro che guadagna qui e invece gode di un regime fiscale certamente favorevole nel Paese che ha scelto come residenza fiscale.
La definizione per chi appartiene a questa categoria è ''non-dom'' e ne fanno parte, lo ripetiamo per sottolineare l'ingiustizia che questo si porta dietro, coloro che non devono pagare alcuna tassa al Regno Unito sul denaro guadagnato altrove.
Si dirà: tutto giusto, tutto normale. Che bisogno c'è di fare tutto questo chiasso?

Il Fisco mette nel mirino i furbi della doppia residenza

Un motivo c'è perché, nella classifica dei ''non-dom'' più famosi c'é, niente meno, che Aksgata Murty che, per chi non conosce molto del Regno Unito, è la moglie di Rishi Sunak, il primo ministro in carica. Comunque, Akshata Murty due anni fa si è impegnata a pagare le tasse britanniche sui suoi redditi all'estero, ma solo quando il suo profilo di contribuente poco ''attento'' alle casse britanniche è stato messo in piazza dagli avversari politici del marito.

Ora lo Stato sta cambiando il suo punto di vista
, dopo che i conservatori - definizione in cui rientra anche il cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt - hanno a lungo difeso gli accordi non-dom, affermando che hanno contribuito a garantire che il Regno Unito fosse un luogo attraente per persone benestanti che potevano scegliere di viverci e lavorare.

Ma la situazione generale non è più quella di qualche tempo fa e anche lo Stato lo ha capito, tanto che i funzionari del Tesoro si sono messi a lavoro per capire dove intervenire per rimpolpare le casse, avendo davanti due opzioni, entrambe percorribili: incassare di più dal fisco, con una stretta alle sue maglie, o ridurre la spesa. Tutto questo mentre, tra una settimana, dovrà essere ufficializzato il contenuto della prossima legge di bilancio.
Se c'è qualcuno che, a questo punto, si sta chiedendo come mai il governo pensa ad una misura del genere, che potrebbe inimicargli il favore di una categoria di ''ricchi'' che sino ad oggi l'ha sostenuto, basta fare un paio di conti.

Una ricerca, firmata dalla Warwick University e della London School of Economics, sostiene che cancellare il privilegio di essere un ''non-dom'' si tradurrebbe per le casse statali in una iniezione di denaro pari a 3,6 miliardi di sterline.
Una tale massa di introiti per il fisco trova una ragione nel fatto che, secondo Fisco e Dogane, nell'anno fiscale 2022 erano registrate 68.800 non-dom nel Regno Unito.
Il bello, politicamente parlando, è che questa misura, dopo che i conservatori l'hanno cominciata a prendere in considerazione, gode di un appoggio bi-partisan, perché i laburisti - che, secondo i sondaggi, dovrebbero vincere le elezioni politiche a mani basse - hanno già detto che spenderanno gli introiti dall'abolizione del privilegio per i ''non-dom'' a favore della scuola e del Servizio sanitario nazionale.

Resta il dubbio su quale sarà lo scenario che il futuro governo si troverà davanti, perché. se il maggiore introito fosse utilizzato per bilanciare i tagli fiscali, occorrerà capire come alcuni dei loro impegni di spesa verrebbero finanziati.
La cancelliera ombra laburista Rachel Reeves ha già detto, quasi a volere chiarire il quadro che lei stessa si troverà ad affrontare, in caso di vittoria alle elezioni, che qualunque partito vincerà erediterà "la peggiore serie di circostanze economiche dalla Seconda Guerra Mondiale". Reeves ha poi aggiunto una considerazione che non ha bisogno di spiegazioni, quando ha ricordato la promessa dell'ex cancelliere George Osborne di "riparare il tetto" mentre splendeva il sole, dicendo che, invece, "i conservatori hanno rotto le finestre, hanno preso a calci la porta e ora stanno bruciando la casa".
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