Quando la Rete fa paura: i ragazzi indifesi davanti al cyberbullismo
- di: Emanuela M. Muratov
Di cosa hanno paura i nostri ragazzi, ma soprattutto cosa ci nascondono?
Domande che i genitori si pongono quotidianamente e che non sempre trovano risposta perché spesso chi è colpito dal bullismo - è questo l'effetto più deflagrante - non parla, chiudendosi in sé stesso, perché forse teme di esporsi ad ulteriori atti di violenza, fisica o psicologica, ma anche perché potrebbe mostrarsi debole agli occhi di chi gli vuole bene.
L'indagine, condotta dall'osservatorio Indifesa, offre uno spaccato preoccupante della situazione affermando che il 61% dei ragazzi e delle ragazze temono cosa si possa nascondere dietro il web, a cominciare dai ricatti di natura sessuale, un fenomeno in crescita esponenziale, come conseguenza di una presunta liberalizzazione dei rapporti sessuali.
Il revenge porn, soprattutto per le ragazze, sembra ormai essere il "mostro" che divora, mettendo chi ne è bersaglio nella condizione di non potersi sottrarre ad un ricatto, pena la diffusione di immagini compromettenti.
Le restrizioni che sono state imposte a causa del Covid-19, costringendo i ragazzi in casa, hanno determinato l'ampliarsi del senso di solitudine acuito dalla mancanza di contatti diretti e quotidiani con gli amici. Su questo punto l'indagine dell'osservatorio Indifesa è impietosa: il 93% dei ragazzi intervistati dice sentirsi solo, con un aumento enorme rispetto all’anno precedente, cioè del 10%.
L'indagine è stata condotta con domande poste su un vasto campione: 6.000 ragazzi, tra i 13 e i 23 anni, residenti in tutt'Italia e numeri sono crudi da analizzare e riportare.
Il 68% degli intervistati ha detto di assistito ad episodi di bullismo o cyberbullismo, ma - ed è questo il dato impressionante - il 61% ha detto di essere stato o di essere ancora vittima di episodi del genere. La Rete, pare di capire, è lo strumento per offendere (il 42,23% ha dichiarato di essere stato oggetto di violenza psicologica subita da parte di coetanei). Ma violenza è anche il disagio provocato dal ricevere, sulla Rete, commenti sessuali non graditi, come hanno detto molte ragazze (il 44,57% di quelle che hanno risposto). La percentuale di chi dice di avere commesso atti di bullismo o cyberbullismo è, quasi in modo scontato, molto bassa: l’8,02% delle ragazze e il 14,76% dei ragazzi.
La paura che serpeggia tra i ragazzi che stanno al pc e navigano sul web colpisce il 60% di loro, con le ragazze ad avere più paura quando vanno sulla rete o "dialogano" sulle app per incontri.
Tra i rischi maggiori sia i maschi che le femmine pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%), poi la perdita della privacy (49,32%) i ricatti di natura sessuale (41,63%), il rischio di adescamento da parte di malintenzionati (39,20%), lo stalking (36,56%) e generiche molestie online (33,78%).
L'indagine condotta dall'osservatorio fa emergere quest'anno, ed è la prima volta, il revenge porn come un problema in espansione: un adolescente su tre dice di aver visto circolare sui social network foto intime sue o di amici. Una cosa che per quasi tutte le ragazze (il 95,17%) paragonano ad una violenza fisica. La percentuale scende leggermente per i ragazzi (89,76%).
Restano difficile da sconfiggere vecchi pregiudizi, come quello dei maschi che (con una percentuale del 15,21%) considerano "facile” la ragazza che decide di condividere foto o video a sfondo sessuale con il partner.
"I dati dell’Osservatorio Indifesa 2020" - commenta Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes - "destano allarme e ci dicono come gli effetti della pandemia e i drastici cambiamenti che questi hanno portato nella vita dei ragazzi siano già oggi drammatici. L’isolamento sociale, la didattica a distanza e la perdita della socialità stanno provocando una profonda solitudine e demotivazione ma anche ansia, rabbia e paura".
"La solitudine" - aggiunge Ferrara - "sta portando anche a un ripiegamento sempre maggiore nei social dove aumentano i rischi di bullismo, cyberbullismo e, per le ragazze, di revenge porn. Finalmente la legge n. 69 del 2019 ha disciplinato questa fattispecie come reato, ma non possiamo abbassare la guardia sugli aspetti educativi: il revenge porn sottintende il tradimento di un rapporto di fiducia ed è fondamentale ribadire che non possono essere ammessi atteggiamenti ambigui o colpevolizzanti nei confronti delle vittime!"
Dal 2014 Terre des Hommes, in collaborazione con ScuolaZoo, porta avanti l’Osservatorio indifesa, uno strumento per ascoltare la voce dei ragazzi e delle ragazze italiane su violenza di genere, discriminazioni, bullismo, cyberbullismo e sexting.
Dal 2018 Terre des Hommes, assieme all’associazione Kreattiva, ha dato vita al Network indifesa, la prima rete italiana di WebRadio e giovani ambasciatori contro la discriminazione, gli stereotipi e la violenza di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting. La rete, fondata sulla partecipazione e il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze attraverso il coinvolgimento attivo in tutte le fasi del progetto, ha stimolato gli studenti a realizzare programmi radio mirati alla conoscenza e alla riflessione su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere.