Una cerimonia mondiale per ricordare gli 80 anni della liberazione del campo di Auschwitz-Birkenau

- di: Marta Giannoni
 
Mattarella ad Auschwitz, un richiamo contro l’oblio e l’odio
Ad Auschwitz, luogo simbolo dell’orrore della Shoah, si celebra l’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista. Una ricorrenza che riunisce leader mondiali, monarchi e rappresentanti delle istituzioni per riaffermare l’importanza della memoria in un tempo in cui le voci negazioniste si fanno sempre più insistenti.
Tra le personalità presenti, Sergio Mattarella rappresenta l’Italia, testimoniando ancora una volta il suo impegno nella lotta contro l’antisemitismo e l’indifferenza. Il presidente torna nel campo di Auschwitz-Birkenau a meno di due anni dalla sua partecipazione alla "Marcia dei Vivi" nell’aprile del 2023, sottolineando con la sua presenza l’importanza di tramandare il ricordo alle nuove generazioni.

Una partecipazione internazionale senza precedenti
L’evento ha raccolto un’adesione internazionale straordinaria. Tra i leader mondiali che prenderanno parte alla cerimonia figurano il re Carlo III del Regno Unito, i monarchi di Danimarca, Paesi Bassi, Spagna e Svezia, oltre a presidenti come Emmanuel Macron per la Francia, Frank-Walter Steinmeier per la Germania e Alexander Van der Bellen per l’Austria.
Anche il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e il cancelliere tedesco Olaf Scholz saranno presenti, sottolineando l’importanza dell’unità europea contro ogni forma di discriminazione. Tuttavia, l’assenza di una delegazione russa — erede dell’Armata Rossa, che liberò il campo il 27 gennaio 1945 — è particolarmente significativa, evidenziando le tensioni geopolitiche attuali. Per Israele, il ministro dell’Educazione Yoav Kisch rappresenterà il paese, in assenza del primo ministro Benjamin Netanyahu.

Il discorso di Mattarella e l’importanza della memoria
La costante attenzione del presidente Mattarella verso il ricordo delle atrocità nazifasciste trova espressione anche nel suo discorso previsto per la tradizionale cerimonia al Quirinale, posticipata al 28 gennaio proprio per consentire la partecipazione all’evento di Auschwitz.
Durante una visita precedente al campo, Mattarella aveva dichiarato: “La testimonianza diretta dei sopravvissuti è un patrimonio inestimabile, che dobbiamo preservare con ogni sforzo”. Aveva inoltre richiamato l’attenzione sulle responsabilità storiche, sottolineando come i regimi fascisti europei abbiano avuto un ruolo attivo nel perpetrare crimini inaccettabili.

Il monito di Papa Francesco

In occasione della Giornata della Memoria, anche Papa Francesco ha voluto ribadire la necessità di non dimenticare gli orrori del passato. “L’orrore dello sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi non può essere né dimenticato né negato”, ha affermato il pontefice, aggiungendo un appello alla comunità internazionale: “Collaboriamo per debellare la piaga dell’antisemitismo, insieme a ogni forma di discriminazione e persecuzione religiosa”.

L’assenza dei testimoni diretti e il ruolo delle nuove generazioni
Con il passare degli anni, il numero dei sopravvissuti alla Shoah diminuisce inesorabilmente. Questo rende ancora più urgente il compito di tramandare la memoria alle nuove generazioni, attraverso iniziative educative e commemorazioni come quella di Auschwitz. Come ha sottolineato Mattarella, “l’odio e l’indifferenza sono fenomeni che richiedono un impegno collettivo e instancabile da parte della società”.
La cerimonia di Auschwitz rappresenta non solo un tributo alle vittime, ma un richiamo potente contro i pericoli dell’oblio e della negazione storica. Una lezione universale che invita il mondo intero a vigilare contro il ritorno di ideologie che si credevano sconfitte.

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