Gender gap, dalla Ue stop a divario salari tra uomini e donne

- di: Barbara Leone
 
Via libera definitivo dell'Eurocamera alle nuove regole contro il cosiddetto “gender pay gap”, il divario di salario tra donne e uomini. Il Parlamento europeo ha infatti approvato ieri la direttiva che introduce misure vincolanti sulla trasparenza retributiva. Il provvedimento, approvato con 427 voti favorevoli, 79 contrari e 76 astensioni, parte dal presupposto che nella Ue le donne guadagnano, a parità di mansioni, in media il 13% in meno degli uomini.

Gender gap, dalla Ue stop a divario salari tra uomini e donne

La nuova direttiva, che mira a contrastare il divario retributivo tra i generi, introduce la fine del segreto salariale (quindi i lavoratori avranno diritto a ricevere informazioni sulla retribuzione nella loro categoria di lavoro), sanzioni dissuasive, anche pecuniarie, per i datori di lavoro che non rispettano le regole, e l’obbligo di intervento delle aziende con un divario retributivo di genere superiore al 5%. La nuova legislazione imporrà alle imprese Ue di divulgare informazioni che agevolino il confronto degli stipendi dei dipendenti e la denuncia dei divari retributivi di genere esistenti. Le nuove regole, che sono vincolanti per i 27, impongono che le strutture retributive siano basate su criteri neutrali rispetto al genere, sia nel privato e nel pubblico. Inoltre, dovranno essere introdotti sistemi di valutazione o classificazione professionale neutri sotto il profilo del genere, così come dovranno esserlo gli avvisi di posto vacante e la denominazione delle posizioni lavorative.

Nel caso la dichiarazione obbligatoria sulle retribuzioni di un’azienda o dell’amministrazione pubblica mostri un divario di almeno il 5%, i datori di lavoro dovranno effettuare una valutazione delle retribuzioni in cooperazione con i rappresentanti dei loro dipendenti. I Paesi Ue dovranno inoltre introdurre sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, ad esempio ammende, per i datori di lavoro che non rispettano le regole. Un lavoratore o una lavoratrice che abbia subito un danno a seguito di una violazione delle norme avrà il diritto di chiedere un risarcimento. Per la prima volta, sono stati inclusi nell’ambito di applicazione delle nuove norme la discriminazione intersezionale e i diritti delle persone non binarie. “Sono finiti i giorni in cui le persone venivano pagate meno solo per quello che erano - ha commentato via Twitter la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola dopo il voto -. Oggi abbiamo fatto un salto di qualità verso l'uguaglianza, soprattutto per le donne, vincolando il principio della parità di retribuzione alla parità di lavoro. Un passo inclusivo a vantaggio di tutti: dipendenti, datori di lavoro e le nostre società”. Il Consiglio dovrà approvare formalmente l’accordo prima che il testo sia varato e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Le nuove regole entreranno in vigore venti giorni dopo la loro pubblicazione.

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