Il G7 va avanti ed inasprisce la strategia anti-Russia, ma la vittoria è lontana

- di: Redazione
 
Il G7 in casa del cancelliere tedesco Olaf Schol se ha confermato che i ''grandi'' dell'Occidente non intendono fare passi indietro nella strategia contro la Russia, che continua nella sua guerra in Ucraina, in un certo senso ha fatto capire che il cammino per sconfiggere sul piano economico Putin sia ancora molto lungo e complesso.

Il G7 inasprisce la sua strategia contro la Russia

Le sanzioni, adottate contro Mosca, stanno avendo risultati, con la Russia in evidenti difficoltà economiche, al punto di precipitare in una condizione di 'default tecnico', come risultato della sua impossibilità di onorare i debiti, nonostante sia evaporato il periodo di grazia di 30 giorni rispetto alla scadenza naturale, Ma in qualche modo ha dovuto purtroppo ricredersi chi sperava che con le misure che hanno colpito il complesso economico della Russia si potesse assistere ad un effetto ''stritolamento'', lento e progressivo, ma efficace. La dipendenza dell'Occidente, soprattutto dell'Europa, dalle forniture energetiche russe non ha consentito che si andasse speditamente verso un attacco frontale e definitivo all'apparato produttivo su cui ancora la Russia poggia lo sforzo economico per sostenere le spese della guerra.

Il petrolio russo continua a fluire verso l'Europa, che non ne può fare a meno, di certo almeno sino alla fine dell'anno, ''deadline'' ipotetica per affrancarsi da Mosca, chiudendone il lucroso rubinetto energetico. Ma la globalizzazione dei mercati e la loro dipendenza da alleanze politiche ha fatto sì che i contraccolpi delle sanzioni sull'economia russa siano stati parzialmente assorbiti dall'aumento delle forniture - a prezzi d'occasione - a Paesi grandi consumatori (Cina e India, in testa) che non hanno certo interesse a lasciare Mosca per affiancarsi all'Occidente.

Quindi l'obiettivo principale (ma non per questo ancora a portata di mano) è quello di fissare un tetto al prezzo del petrolio russo che valga a livello globale, ponendo così un limite - sia pure difficile da fare rispettare - al continuo fluire di denaro nella casse asfittiche di Mosca. Rimane abbastanza scontato che le sanzioni, se hanno l'obiettivo di strangolare l'economia di guerra russa, devono alzare il loro livello d'efficacia, ponendo limiti precisi ed invalicabili alla sete di tecnologia di Mosca, che stenta a restare al passo con quella dei concorrenti.

La strategia dell'Occidente è comunque chiara, oltre che segnata: continuare nelle politiche per ridurre, progressivamente, la capacità della Russia in ''intascare'' a dispetto della guerra, passando anche per misure che rendano difficile il commercio dell'oro russo, che continua ad arrivare ad Ovest tranquillamente, consentendo a Mosca di aggirare i divieti e a riempire le tasche di influenti amici e sostenitori del Cremlino.
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