Francia: la protesta compatta sindacati e giovani

- di: Redazione
 
Otto organizzazioni sindacali e cinque movimenti giovanili francesi si sono ritrovati sulla stessa linea per incalzare il governo affinché venga elevata la capacità di impatto del disegno di legge relativo alla ''tutela del potere d'acquisto'', attualmente all'esame di tre commissioni dell'Assemblea nazionale. È forse la prima volta, nella storia recente della Francia, che si crea un fronte comune così ampio proponendosi per un confronto con il governo.

Proseguono le proteste in Francia

Sindacati e organizzazioni per la difesa dei giovani hanno emesso un comunicato per chiedere ''una migliore distribuzione della ricchezza a beneficio dei dipendenti'', poche ore dopo che il disegno di legge è arrivato all'attenzione delle commissioni Affari sociali, Affari economici e Finanza dell'Assemblea nazionale. Il messaggio è rivolto sia ai datori di lavoro (privati, ma anche pubblici), che ai dirigenti d'impresa.
La richiesta di riequilibrio della partecipazione agli utili è siglata dalle otto sigle sindacali (CFDT, CFE-CGC, CFTC, CGT, Force Ouvrière, FSU, Solidaires e UNSA), nonché dai movimenti che rappresentano gli studenti e gli studenti delle scuole superiori (UNEF, FAGE, FIDL, MNL, Voix lycéenne).

A loro avviso, il disegno di legge, attualmente all'esame dei deputati, è insufficiente ''per rispondere all'emergenza'' perché si traduce in ''un susseguirsi di misure specifiche e finanziate principalmente dallo Stato'' . La priorità, secondo i firmatari del documento, va data ''all'aumento di salari, pensioni e pensioni, minimi sociali e borse di studio''.
Le tredici sigle ritengono che l'esecutivo possa contribuire a una migliore considerazione di questa questione ''centrale'' condizionando gli aiuti pubblici concessi alle imprese private. L'obiettivo è quello di ''realizzare più concrete questioni sociali e ambientali'' .

Gli autori del testo vogliono anche ribadire che ''il salario minimo deve rimanere uno stipendio di partenza'' .
In altre parole, i datori di lavoro sono invitati a garantire promozioni interne affinché i propri dipendenti non rimangano assegnati a questa retribuzione minima per anni.
Ieri mattina, intanto, l'agenzia governativa INSEE (Istituto nazionale della statistica e degli studi economici, dipendente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze) ha annunciato che il salario minimo sarà nuovamente rivalutato, dal primo agosto, per tenere conto dell'aumento dei prezzi. Questo aumento – il quarto da ottobre 2021 – dovrebbe essere di poco superiore al 2% e porterebbe il salario minimo a quasi 1.330 euro al mese, per un lavoro a tempo pieno.
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