Il Rapporto FondItalia 2024 sarà presentato in un roadshow, la cui prima tappa sarà a Bari il prossimo 9 maggio. Un'analisi che fotografa 15 anni di attività del Fondo, promossa da UGL e Federterziario.
FondItalia: "Dal 2009, oltre 7.500 progetti approvati e finanziati per 150.000 imprese"
I progetti progetti approvati e finanziati superano quota 7.500, per un importo totale di oltre 107 milioni di euro di contributi approvati (adesione di 830.000 lavoratori e di quasi 150.000 imprese soprattutto microimprese) che rappresentano il 91% del totale, a cui si aggiunge l’8% di piccole imprese, con un numero di dipendenti compreso tra i 10 e 49.
Francesco Franco, presidente di FondItalia, ha dichiarato: "Il nostro biennale appuntamento con la presentazione del Rapporto vuole significare un’occasione per animare e rinvigorire il dialogo sul territorio con le imprese che credono nella formazione dei propri dipendenti come volano per la crescita della propria organizzazione nell’attuale mercato del lavoro.I sei appuntamenti che abbiamo programmato, dal Nord al Sud del Paese, vogliono concretizzare la nostra intenzione di dialogare con il sistema economico italiano, ma anche con le istituzioni locali, al fine di ideare e prospettare sinergie per la promozione della formazione continua nei luoghi di lavoro".
Il Fondo, che in questi 15 anni di attività è cresciuto costantemente, si conferma, come detto, il punto di riferimento per le microimprese (da 1 a 9 dipendenti), che costituiscono il 91% delle imprese aderenti, in prevalenza localizzate nel Sud e nelle Isole (64%), il Rapporto 2024 conferma, rispetto al Rapporto 2022, questa crescita (due punti percentuali). Le microimprese si confermano il principale bacino di adesioni per il Fondo, confermando la bontà di alcune politiche adottate da FondItalia, come la possibilità per le imprese di tali dimensioni di aggregare le proprie risorse in Conti di Rete, facilitandone l’ingresso nel “sistema Fondi” e l’accesso alle risorse per la formazione continua.
Per quanto riguarda le adesioni nelle rimanenti aree del Paese, va segnalato un leggero aumento anche per le imprese aderenti del Centro Italia (15% con un +1%) e un invariato numero nelle rimanenti aree territoriali con il 5% nel Nord Est e il 16% nel Nord Ovest.
Anche la distribuzione delle imprese aderenti al Fondo mostra una sostanziale stabilità nel tempo: in evidenza, per quanto riguarda le imprese, quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (25%), quello delle costruzioni (14%), quello alberghiero e della ristorazione (13%) e quello delle attività manifatturiere (12%). Tra i settori più rappresentati, per quanto riguarda il numero di lavoratori, si evidenziano i medesimi, anche se con ordine e percentuali leggermente differenti: commercio all’ingrosso e al dettaglio (19%), quello delle attività manifatturiere (16%), quello alberghiero e della ristorazione (11%) e quello delle costruzioni (10%).
Soprattutto grazie all’attività promozionale, svolta a livello locale soprattutto dalle Articolazione Territoriali, si conferma la capacità di FondItalia di raggiungere continuamente nuovi bacini di utenza sinora esclusi dalle opportunità della formazione finanziata: il 73% delle imprese attualmente aderenti a FondItalia, infatti, non risulta provenire da altri Fondi.
Nel periodo 2010 – 2023, i Progetti complessivamente approvati sono stati 7.589 per un totale di 107.285.150,90 euro di contributi approvati, oltre 27mila imprese e 253mila lavoratori coinvolti in attività di formazione e quasi 7 milioni di monte ore formativo.
Di oltre 27 milioni e mezzo il contributo approvato ed erogato dal Fondo nel biennio 2022 – 2023, grazie ai due Avvisi FEMI pubblicati con l’obiettivo di promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori a supporto dello sviluppo e dell’innovazione nelle imprese. Fra le tematiche prioritarie della formazione finanziata: l’adozione di nuovi modelli di gestione aziendale, le competenze linguistiche, la green economy e il supporto all’internazionalizzazione.
Lombardia, Puglia ed Emilia-Romagna le regioni da cui proviene il maggior numero di imprese coinvolte in attività formative.
Lombardia, Puglia ed Emilia-Romagna le regioni con il maggior numero di imprese e di lavoratori che hanno beneficiato di attività formative finanziate dal Fondo nel 2022. Nel 2023, sempre Lombardia e Puglia hanno beneficiato del maggior numero di attività formative, a cui si aggiungono le Marche e il Lazio. Manifatturiero, del commercio all’ingrosso e al dettaglio e delle costruzioni i comparti di provenienza delle imprese e dei lavoratori maggiormente interessati dall’attività formativa.
Ancora a prevalenza maschile, così come evidenziato anche nel report 2022, la platea dei lavoratori destinatari dell'attività formativa (il 60% per entrambi gli Avvisi FEMI 2022 e 2023); percentuali spiegate, in parte, nella prevalenza delle imprese beneficiarie provenienti da settori economici connotati come “maschili” come i comparti manufatturieri e delle costruzioni. L’età media dei lavoratori destinatari di almeno un corso di formazione è compresa tra i 40 ed i 49 anni e il titolo di studio posseduto è quello di diploma di scuola media superiore.
Lanciata nel 2022, la seconda edizione del Fondo Nuove Competenze ha visto FondItalia impegnata nel finanziamento di un nutrito pacchetto di corsi ad hoc per l’incremento di competenze digitali e green dei lavoratori per i quali le ore di lavoro fossero state rimodulate per la frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze.
Egidio Sangue, direttore di FondItalia (nella foto), ha commentato: "In questi quindici anni FondItalia ha svolto e continua a svolgere con il massimo rigore uno dei compiti prioritari richiesti ai Fondi interprofessionali, ossia aumentare la consapevolezza nelle imprese e nella società che la formazione continua dei lavoratori significa mantenere alta la competitività delle imprese e migliorare costantemente i livelli occupazionali dei lavoratori. Il tour di presentazione del Rapporto 2024 è la dimostrazione che FondItalia crede fortemente nelle relazioni tra impresa, società e istituzioni perché il lavoro d’investimento sull’upskill delle competenze professionali sia, oggi più che mai, prioritario in uno scenario che vede la popolazione lavorativa invecchiare e tre milioni di posti di lavoro che si libereranno nei prossimi cinque anni. Il sistema dei Fondi interprofessionali, che raggiunge annualmente oltre 930.000 imprese e circa 1,5 milioni di lavoratori necessita, tuttavia, di alcuni interventi che ne rafforzino l’efficacia. Tra le richieste più urgenti: l’innalzamento del contributo 0,30% da destinare alla formazione continua per tramite dei Fondi; l’allargamento della platea dei destinatari a liberi professionisti, datori di lavoro responsabili di micro e piccole imprese e lavoratori autonomi; l’esclusione del ricorso delle imprese ai Fondi Interprofessionali dalla normativa europea sugli aiuti di Stato ed il coinvolgimento ed una chiara definizione delle funzioni dei Fondi Interprofessionali nell’ambito di una più ampia governance della formazione".