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Fmi, l’Italia rallenta ancora. Trump sfida Pechino e Musk cambia rotta

- di: Redazione
 
Fmi, l’Italia rallenta ancora. Trump sfida Pechino e Musk cambia rotta

Il Fondo Monetario Internazionale lancia l’ennesimo allarme: l’economia italiana è destinata a rallentare ulteriormente. Secondo l’ultimo aggiornamento delle previsioni macroeconomiche, il Prodotto Interno Lordo italiano crescerà solo dello 0,4% nel 2025, per poi salire appena allo 0,8% nel 2026.

Fmi, l’Italia rallenta ancora. Trump sfida Pechino e Musk cambia rotta

Una frenata netta rispetto agli scenari tracciati pochi mesi fa, che segnala come l’Italia resti tra i Paesi europei più esposti alla debolezza della domanda interna e all’incertezza globale. Il nodo della produttività resta irrisolto, mentre l’inflazione rallenta senza però dare slancio ai consumi.

Gli effetti della guerra commerciale sulle due superpotenze
A incidere sulle prospettive internazionali è soprattutto la nuova escalation nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. L’FMI segnala che i dazi incrociati continuano a produrre effetti negativi sia sull’economia cinese che su quella americana, bloccando flussi di investimento e alimentando un clima di incertezza per le imprese. In questo contesto, Donald Trump ha rilanciato la propria linea protezionista: “Ridurrò le tariffe a Pechino, ma non le azzererò”, ha dichiarato. Il messaggio è chiaro: nessuna apertura indiscriminata, ma un riequilibrio selettivo per favorire le imprese americane in vista di un possibile ritorno alla Casa Bianca.

Tesla in crisi, Musk taglia il tempo per la politica
A complicare il quadro si aggiunge il crollo dell’utile di Tesla, uno dei simboli dell’innovazione americana. La società ha registrato risultati inferiori alle attese, penalizzata sia dal rallentamento della domanda che dalla crescente concorrenza cinese nel settore dei veicoli elettrici. Elon Musk ha annunciato un cambiamento importante: da maggio dedicherà meno tempo alla sua collaborazione con il governo Usa per concentrarsi nuovamente sull’azienda. “Tesla deve tornare a guidare il mercato globale, non a inseguirlo”, ha scritto in un memo interno trapelato alla stampa.

Il triangolo geopolitico e la vulnerabilità europea

La sfida tra Stati Uniti e Cina, aggravata dalla crisi di fiducia su colossi come Tesla, si riflette anche sull’Europa. L’Unione continua a soffrire la mancanza di una strategia autonoma sul piano industriale e tecnologico, rimanendo esposta agli effetti collaterali delle tensioni tra le due superpotenze. L’Italia, in particolare, sconta una doppia dipendenza: da un lato quella verso l’export tedesco, già in calo, e dall’altro verso gli investimenti cinesi, ora soggetti a nuovi vincoli geopolitici. In questo scenario, lo 0,4% di crescita previsto per il prossimo anno non è solo una cifra, ma il segnale di una stagnazione strutturale.

La fiducia dei mercati vacilla, il nodo della politica interna

La lettura dell’FMI pesa anche sulle dinamiche politiche interne. Il rallentamento dell’economia si traduce in minori margini di manovra per il governo, soprattutto alla vigilia della legge di bilancio. Le promesse di riduzione fiscale e aumento degli investimenti si scontrano con una base macroeconomica debole, che rende difficile finanziare misure espansive senza sforare i vincoli europei. Nel frattempo, l’incertezza globale mina la fiducia dei mercati finanziari, sempre più attenti ai segnali di instabilità politica e debolezza istituzionale.

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