La notte scorsa, in acque internazionali al largo di Creta, undici imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono state prese di mira da una serie di azioni ostili che hanno allarmato governi, osservatori e opinione pubblica internazionale. Secondo quanto riferito dagli organizzatori della spedizione umanitaria, le navi sarebbero state bersagliate da esplosioni selettive e dal lancio di oggetti non identificati sganciati tramite droni.
Flotilla sotto attacco, cresce la tensione diplomatica
A bordo si sarebbero diffuse sostanze urticanti, spray irritanti e si sarebbero udite forti detonazioni da bombe sonore. Materiali di natura ignota avrebbero inoltre colpito le strutture esterne di più imbarcazioni, costringendo alcuni equipaggi a manovre d’emergenza per proteggere i passeggeri.
La richiesta di protezione internazionale
La Flotilla, che da settimane aveva annunciato la propria missione umanitaria, ha reagito chiedendo ai Paesi membri delle Nazioni Unite una protezione immediata. In un comunicato, l’organizzazione ha parlato di “una escalation pericolosa” e ha sollecitato la comunità internazionale a predisporre “una scorta marittima, osservatori diplomatici e una presenza protettiva manifesta” lungo la rotta delle navi. La richiesta non è stata formulata solo sul piano politico, ma anche su quello della sicurezza concreta di centinaia di attivisti e volontari che partecipano alla spedizione, diretti verso le coste del Mediterraneo orientale con l’intento dichiarato di portare aiuti e solidarietà.
L’intervento di Tajani
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha fatto sapere di aver chiesto chiarimenti alle autorità israeliane, sollecitando “la tutela immediata di chi è a bordo” e ricordando che le imbarcazioni si trovavano in acque internazionali, dunque al di fuori di giurisdizioni dirette. Da Gerusalemme non sono giunte reazioni ufficiali, ma la vicenda ha già prodotto una forte scossa nei rapporti politici a Roma.
L’Aula e le opposizioni in protesta
Le opposizioni hanno occupato l’emiciclo della Camera e i banchi del governo, chiedendo la convocazione urgente della Conferenza dei Capigruppo. La protesta, accompagnata da cartelli e slogan, ha avuto l’obiettivo di sottolineare l’urgenza di un intervento parlamentare immediato. Il ministro della Difesa Guido Crosetto interverrà domani in Aula per riferire sull’accaduto. La sua presenza è stata chiesta a gran voce non solo dalle opposizioni, ma anche da alcuni esponenti della maggioranza preoccupati per la portata dell’attacco e per le possibili conseguenze sull’equilibrio del Mediterraneo.
La mobilitazione sociale
Il clamore politico si intreccia con la crescente mobilitazione sociale. A Roma, nella stessa giornata, il liceo Rossellini è stato occupato dagli studenti che hanno esposto uno striscione eloquente: “Dalle piazze alle scuole, blocchiamo tutto”. Un segnale che la vicenda della Flotilla, unita a un contesto di proteste più ampio, sta trovando eco nei movimenti giovanili che intrecciano la questione internazionale con la contestazione interna.
Ombre sul diritto internazionale
Il rischio di una nuova crisi diplomatica è concreto. Gli episodi di violenza in mare, se confermati nelle modalità descritte, potrebbero configurare una violazione del diritto internazionale e un attacco diretto alla libertà di navigazione. Gli organizzatori della spedizione hanno sottolineato che nessuna delle imbarcazioni trasportava armi o materiali pericolosi e che la missione era stata annunciata pubblicamente proprio per garantirne la trasparenza.
L’Italia tra due fronti
In questo clima di incertezza, l’Italia si trova costretta a bilanciare due esigenze: da un lato la salvaguardia dei rapporti con Israele, dall’altro la tutela dei propri cittadini eventualmente coinvolti e la difesa dei principi di diritto internazionale. L’appuntamento parlamentare con Crosetto si preannuncia dunque come un momento decisivo, non solo per fare luce sull’accaduto, ma anche per delineare la linea politica del governo di fronte a una crisi che rischia di propagarsi ben oltre le acque di Creta.