Tra Mugello e Milano, Tesoro e casse previdenziali confezionano la partita del secolo: Mediobanca nel mirino, Banco Bpm sullo sfondo.
Mps in pista: il colpo su Mediobanca che riaccende il risiko
Nel cuore dell’Italia finanziaria si sta giocando una partita ad alta tensione: Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha lanciato una spettacolare offerta pubblica di scambio (Ops) su Mediobanca, destinata a riscrivere gli equilibri del sistema bancario nazionale. Di cosa si tratta? Un maxi scambio azionario da circa 13,3 miliardi di euro, con una proposta che offre una leggera “plusvalenza” del 5% sul valore di mercato a Mediobanca. Il tutto sotto l’egida del governo e dei suoi attori di riferimento.
L’Ops, partita il 14 luglio, ha già raccolto adesioni per quasi il 30% del capitale, complice il voto a favore (o quanto meno non contrario) dei grossi soci italiani come Delfin e Caltagirone. Il quorum minimo richiesto? Solo il 35%, ma l’obiettivo strategico è arrivare al 67%, per poter accelerare concretamente la fusione e le sinergie di lungo respiro.
Il terzo polo torna virale: Mps + Banco bpm
Il sipario sul “terzo polo bancario” si riapre: l’idea è creare un gruppo solido e tricolore, capace di sfidare i campioni indiscussi Intesa Sanpaolo e UniCredit. Mps punta su Mediobanca oggi, ma è chiaro che un domani l’innesto con Banco Bpm diventerebbe centrale. Tuttavia, ogni passaggio resterà condizionato dalla conclusione con successo nella partita di Piazzetta Cuccia.
Il ceo Luigi Lovaglio ha chiarito più volte che qualunque future fusioni, compresa quella con Banco Bpm, sarà possibile solo “a valle” dell’Ops su Mediobanca, a cui l’istituto è “concentrato” in questa fase. Un rapido balzo in avanti: nuove sinergie calcolate intorno ai 400 milioni di risparmi, 1,2 miliardi di benefici fiscali e rete di consulenti estesa.
Il Tesoro resta parte della partita
Il Tesoro, pur riducendo la sua partecipazione nel tempo come da impegni con Bruxelles, intende restare azionista di riferimento con l’11,7% dopo l’integrazione con Mediobanca, per presidiare politicamente un soggetto strategico.
Le casse previdenziali italiane mettono il loro zampino
Dietro le quinte, anche le fondazioni e le casse previdenziali giocano un ruolo cruciale. In particolare, Enasarco, con l’1,5% in Banco Bpm, dovrebbe entrare nel patto parasociale che riunisce istituzioni come Enpam, Cassa Forense, varie fondazioni bancarie (Lucca, Alessandria, Carpi, Reggio Emilia). Questo rafforzamento potrebbe compensare l’uscita delle fondazioni di Lucca, Carpi e Manodori, che puntano a incassare dopo la corsa al titolo Banco Bpm. Le piattaforme in-house, come la sgr Miria, destinate a rientrare dall’estero, saranno fondamentali per coordinarne i futuri investimenti collettivi.
Scenari futuri: tra entusiasmo e scetticismo
Se l’operazione su Mediobanca va in porto, il domino potrebbe attivarsi: fusione Mps-Mediobanca oggi, Banco Bpm domani, e così via verso un terzo polo competitivo. Tuttavia, analisti warn: perplessità su reale complementarietà tra gli istituti, rischi culturali, e meriti strategici non ancora chiari.
Il punto
Mps è pronta a sorprendere: con fondazioni e governo alle spalle, mira a conquistare Mediobanca e, aspirando a un terzo polo nazionale, getta le basi per una nuova era bancaria italiana. Il Tesoro resta dentro, le casse previdenziali si mobilitano e le élite industriali potrebbero trovare qui un nuovo epicentro di potere economico-finanziario. Eppure, l’eco del risiko è oggi una sinfonia di promesse e incognite, pronte a comporre la prossima grande mossa del sistema.