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Anima, perché cresce l’ipotesi Perissinotto dopo Melzi

- di: Marta Giannoni
 
Anima, perché cresce l’ipotesi Perissinotto dopo Melzi

Banco Bpm stringe la presa sulla Sgr e valuta il nuovo timoniere.

(Foto: Saverio Perissinotto).

La partita del dopo Melzi in Anima

In casa Anima Holding il dopo Melzi non è più un semplice toto nomi: la candidatura di Saverio Perissinotto si sta trasformando nella pista da tenere davvero in considerazione.

Dopo le dimissioni di Alessandro Melzi d’Eril, che il 3 ottobre 2025 ha lasciato con effetto immediato gli incarichi di amministratore delegato e direttore generale di Anima e di Anima Sgr, il consiglio ha aperto il processo di successione.

Nel frattempo la carriera di Melzi ha preso un’accelerazione spettacolare: prima la proposta di Monte dei Paschi di portarlo alla guida di Mediobanca, poi la conferma del suo mandato da amministratore delegato da parte dell’assemblea del 28 ottobre, con Vittorio Grilli alla presidenza. Nel vuoto creatosi al vertice di Anima, la controllante Banco Bpm sta giocando una partita delicata: scegliere un profilo in grado di dialogare con il mercato, reggere il confronto con i grandi player del risparmio gestito e, allo stesso tempo, inserirsi senza attriti in una governance diventata di fatto casa Banco Bpm.

Il peso di Banco Bpm e la nuova Anima

La scelta del nuovo amministratore delegato non può essere letta senza guardare ai numeri dell’operazione su Anima. Tra marzo e aprile Banco Bpm ha chiuso l’opa totalitaria sulle azioni Anima: con l’ultimo giorno di adesioni, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna è salito a circa l’89,9% del capitale della Sgr, ben oltre la soglia dei due terzi che garantisce il pieno controllo dell’assemblea.

Già nelle settimane precedenti la banca aveva annunciato di aver superato la soglia del 50%, grazie anche all’adesione di investitori qualificati e agli impegni di altri soci rilevanti, con un’offerta ritoccata a circa 7 euro per azione. L’operazione è stata presentata come pilastro della strategia di Banco Bpm per difendersi da possibili scalate e per dare più peso al risparmio gestito all’interno del gruppo.

In questo quadro, la nomina del nuovo amministratore delegato è una scelta industriale, ma anche politica: il successore di Melzi dovrà incarnare il progetto di “Anima di gruppo” disegnata da Castagna, senza trasformare la società in una mera direzione interna di Banco Bpm.

Perché il nome di Saverio Perissinotto si sta imponendo

Nelle prime settimane erano circolati i nomi di Pierluigi Giverso, attuale co direttore generale e group chief business officer di Anima, e di Alessandro Varaldo, amministratore delegato di Banca Aletti con lunga esperienza nel wealth management e nell’investment banking.

Secondo ricostruzioni della stampa finanziaria, Banco Bpm sembrava inizialmente orientata a una figura esterna per sottolineare la discontinuità rispetto alla gestione precedente e dare un segnale di apertura al mercato.

Negli ultimi giorni, però, la candidatura di Saverio Perissinotto si è fatta via via più consistente. L’elemento chiave è il suo profilo: conoscenza profonda dell’asset management italiano, lunga esperienza nella gestione di grandi piattaforme di investimento, ruolo di primo piano in un gruppo come Intesa Sanpaolo, con Eurizon al centro della strategia di wealth management.

Per Banco Bpm significherebbe portare in Anima un manager che arriva da un grande concorrente e che conosce dall’interno il funzionamento di un colosso del risparmio gestito. Sarebbe un segnale forte al mercato: Anima non viene semplicemente inglobata, ma viene rilanciata.

Chi è davvero Perissinotto

Veneziano, laureato in Economia all’Università Ca’ Foscari, Perissinotto entra nel mondo della finanza a metà anni Ottanta in Banque Indosuez, tra Parigi e Jakarta, occupandosi prima di analisi finanziaria, poi di gestione della clientela internazionale e di ingegneria patrimoniale.

Rientrato stabilmente in Italia, passa al private banking, maturando una lunga esperienza alla guida di strutture dedicate ai grandi patrimoni. Nel gruppo Intesa Sanpaolo è tra gli artefici della nascita di Intesa Sanpaolo Private Banking, di cui diventa prima condirettore generale vicario e poi direttore generale, affiancando incarichi di vertice in diverse società del gruppo.

Nel 2020 viene nominato amministratore delegato e direttore generale di Eurizon Capital Sgr, braccio del risparmio gestito di Intesa Sanpaolo. Nel maggio 2024 lascia il ruolo operativo e viene promosso presidente del consiglio di amministrazione di Eurizon, rafforzando al tempo stesso il proprio impegno associativo come vicepresidente di Assogestioni e coordinatore del Comitato per l’educazione finanziaria.

Il suo curriculum è quello di un manager che ha navigato tra gestione del risparmio, private banking, governance e rappresentanza di settore: esattamente il tipo di profilo che può presidiare il dialogo tra Anima, Banco Bpm, autorità di vigilanza e mercato.

Il nodo delle dimissioni da Eurizon e dei tempi

Il punto sensibile del dossier è il doppio cappello di Perissinotto. Per farne il nuovo amministratore delegato di Anima, Banco Bpm dovrebbe ottenere le sue dimissioni dalla presidenza di Eurizon e gestire tutti i passaggi autorizzativi con le autorità di vigilanza.

Questo spiega perché tempi e modalità della scelta non sono immediati: la banca non può permettersi che un passaggio di questa portata si trasformi in un caso aperto con Intesa Sanpaolo e con il regolatore. In parallelo, il gruppo guidato da Castagna sta ridisegnando assetti e governance di Anima dopo l’opa. Il nuovo amministratore delegato dovrà inserirsi in un quadro in cui Banco Bpm, con quasi il 90% del capitale, ha un controllo di fatto, ma deve comunque mantenere la credibilità di Anima come asset manager di mercato.

Gli altri nomi in corsa

Sul tavolo di Banco Bpm restano anche gli altri candidati. Pierluigi Giverso, interno alla struttura, ha il vantaggio di conoscere a fondo la macchina operativa di Anima: garantirebbe una transizione morbida, minima dispersione di competenze e rassicurazioni alla rete commerciale.

Alessandro Varaldo, oggi al vertice di Banca Aletti, porta invece una forte impronta wealth management e investment banking. È il profilo che immagina una Anima molto proiettata sull’offerta per la clientela private e istituzionale, con un ruolo crescente nei servizi di consulenza evoluta.

Alla luce della nuova struttura proprietaria e dell’ambizione di Banco Bpm, questi profili appaiono tuttavia più defilati rispetto a un manager come Perissinotto, che coniuga track record industriale, peso istituzionale e un’immagine di volto noto del risparmio gestito italiano.

Che cosa guarda davvero Castagna

La regia è saldamente nelle mani del ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che dopo la conquista di Anima sta giocando una partita su più livelli: consolidare il posizionamento competitivo del gruppo nel risparmio gestito, valorizzare l’investimento, dialogare con la Banca centrale europea sui temi di capitale e mantenere buoni rapporti con i grandi player italiani.

In questa prospettiva, un profilo come Perissinotto, con una forte visibilità di sistema e relazioni consolidate, appare particolarmente allineato con la strategia delineata. Il messaggio implicito verso il mercato è che Anima non sarà una semplice fabbrica prodotti, ma un vero motore di crescita per il gruppo.

Il fattore Mediobanca e il segnale al mercato

Lo spostamento di Melzi d’Eril a Mediobanca aggiunge un ulteriore livello di lettura. All’assemblea che ne ha ratificato la nomina, il manager ha parlato di “un nuovo capitolo” che si apre per l’istituto milanese e si è definito “emozionato e onorato” per la fiducia ricevuta.

Per Anima, questo significa che l’era Melzi è chiusa in modo netto e che la società, sotto il controllo di Banco Bpm, può scrivere una nuova fase senza legami ambigui con il passato. Se la scelta dovesse cadere su Perissinotto, il mercato leggerebbe la mossa come una scommessa su un profilo di peso equivalente, capace di sedersi ai tavoli che contano del sistema finanziario italiano.

Gli scenari per il risparmio gestito italiano

Sullo sfondo di questa partita c’è la trasformazione del risparmio gestito in Italia: le grandi banche universali stanno riportando in casa le fabbriche prodotto, il peso delle commissioni di gestione nei conti economici cresce, gli investitori istituzionali chiedono strategie sempre più diversificate e i risparmiatori oscillano tra ricerca di rendimento e bisogno di protezione.

In questo contesto, Anima, con Banco Bpm alle spalle, può giocare un ruolo di piattaforma industriale capace di servire il gruppo ma anche di mantenere relazioni con altri partner distributivi. La scelta del nuovo amministratore delegato non è solo la nomina di un manager: è un test di credibilità sulla capacità di Banco Bpm di fare di Anima un vero motore di crescita.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

I tempi non saranno brevissimi: tra il nodo delle dimissioni da Eurizon, i passaggi con le autorità e il lavoro sul nuovo assetto di governance, la decisione finale richiederà ancora qualche passaggio.

Il quadro però è chiaro: Perissinotto è oggi il nome con maggiore trazione, mentre Giverso e Varaldo restano opzioni plausibili ma più arretrate. Castagna punta a un profilo che certifichi la volontà di fare di Anima un player centrale nel disegno strategico di Banco Bpm.

L’era della Anima contesa è finita: quella della Anima di gruppo, ma con ambizioni di sistema, sta per cominciare.

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