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Fiere Internazionali del Vino, la rivincita di Vinitaly

- di: Barbara Bizzarri
 
Fiere Internazionali del Vino, la rivincita di Vinitaly

Presentata, in occasione di VinoVip a Forte dei Marmi, appuntamento biennale di Civiltà del bere, la prima inchiesta indipendente sulle Fiere Internazionali del mondo del vino.

Fiere Internazionali del Vino, la rivincita di Vinitaly

Nel corso dell’evento sono stati resi noti i risultati del sondaggio condotto dalla rivista, che ha coinvolto 207 aziende vitivinicole e analizzato le quattro fiere internazionali più importanti per le cantine italianeVinitaly (a cui ha partecipato il 78,7% degli intervistati), ProWein (53,6%), Wine Paris & Vinexpo Paris (11,6%) e London Wine Fair (5,8%).

Il primo dato interessante è costituito da quel 13% di aziende che ha dichiarato di non aver partecipato ad alcuna di queste iniziative a causa del costo, ritenuto insostenibile per le piccole imprese, e per il modello, indicato come “obsoleto”. Da segnalare, anche la forte dispersione a livello di adesioni agli appuntamenti nel corso dell’anno: molte aziende hanno infatti confermato di aver preso parte anche ad alcune delle numerose manifestazioni minori e locali.

Dallo studio è emerso che le quattro manifestazioni fieristiche, pur essendo tuttora ritenute un momento imprescindibile per le pubbliche relazioni, necessitano di un rinnovamento: i produttori richiedono la “gestione degli incontri in loco, che devono essere necessariamente sviluppati attraverso una pianificazione, la raccolta delle informazioni e una declinazione in funzione di obbiettivi precisi. Le fiere devono tornare attrattive per il pubblico di buyers, offrendo maggiori spunti di profilazione, contenuti e suggerimenti di percorsi efficaci per una migliore gestione dei tempi.

L’inchiesta sottolinea anche che il 2024 sarà un banco di prova per questi appuntamenti, che si svolgeranno a distanza di circa un mese l’uno dall’altro, potendo perciò essere valutati in modo ancora più oggettivo rispetto alla scorsa edizione.

Dallo studio di Civiltà del bere, l’appuntamento italiano di Vinitaly emerge in modo molto positivo, confermando dopo qualche anno di incertezza, gli alti indici di gradimento da parte delle aziende, con un 87,9% di valutazione positiva.

La collocazione della fiera nelle prime settimane di aprile continua a convincere, così come la logistica e la presenza di un pubblico interessante e variegato di buyers, stampa e Horeca, mentre vengono giudicati critici la durata e i costi della manifestazione, alla base dei dubbi sulla partecipazione del prossimo anno per alcune aziende (il 12% degli intervistati). Tra le richieste più segnalate dai produttori, quella di creare un appuntamento sempre più b2b, con eventi privati riservati solo agli operatori e un maggiore supporto nella creazione di relazioni con i buyers internazionali.

Dopo un pre-pandemia sulla cresta dell’onda, ProWein viene per la prima volta messa in discussione, con un 27,2% di aziende che si dichiarano poco soddisfatte. A pesare sono la logistica e i servizi della fiera di Düsseldorf, oltre ai costi sia per l’iscrizione che per soggiorno e trasporti. Da sottolineare è anche la segnalazione di una scarsa partecipazione nell’ultimo anno da parte di tanti operatori di settore. Forse frutto delle alte aspettative create nel corso degli anni, ProWein sembra oggi in calo e, come segnalato da alcuni produttori, potrebbe essere sostituita da Parigi come fiera internazionale a cui guardano le aziende italiane.

Wine Paris & Vinexpo Paris si stanno rivelando la sorpresa dell’ultimo anno, con un indice di gradimento del pubblico che va all’80,7% grazie a fattori come il costo di partecipazione, la scelta delle date, la durata dell’evento e alla perfetta logistica e organizzazione della fiera e della città. Pur essendo ancora scarsa la presenza di giornalisti e buyers, il 46,7% delle aziende ha dichiarato di aver già riconfermato la presenza per il prossimo anno, in previsione di una crescita dell’evento. Fanalino di coda, la London Wine Fair, ultima anche in ordine di arrivo. Solo il 5,8% delle aziende intervistate ne ha preso parte e il 78,2% del panel dichiara di non aver intenzione di tornare in particolare a causa della scelta date, poiché a maggio i giochi commerciali sono già conclusi.

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