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Fiducia in ripresa a settembre, Istat: "Consumatori più ottimisti, imprese in crescita"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Fiducia in ripresa a settembre, Istat: 'Consumatori più ottimisti, imprese in crescita'

A settembre 2025 torna a crescere, seppure in modo moderato, il clima di fiducia in Italia. L’Istat segnala un aumento dell’indice dei consumatori, salito da 96,2 a 96,8, e un incremento marginale di quello delle imprese, da 93,6 a 93,7. È un segnale di stabilizzazione dopo alcuni mesi di incertezza che avevano frenato il morale di famiglie e operatori economici. Il dato, pur non ancora su livelli elevati, suggerisce che l’economia italiana mantiene una certa resilienza, beneficiando del rallentamento dell’inflazione e della relativa solidità del mercato del lavoro.

Fiducia in ripresa a settembre, Istat: "Consumatori più ottimisti, imprese in crescita"

Tra i consumatori il miglioramento è più evidente. Si osserva un incremento del clima economico da 97,0 a 98,8, che riflette una percezione più positiva dello scenario macroeconomico complessivo. Migliorano anche il clima corrente (da 99,2 a 99,9) e il clima futuro (da 92,2 a 92,6), mentre il clima personale rimane sostanzialmente stabile (da 95,9 a 96,0).
Secondo gli analisti, l’andamento riflette la riduzione delle pressioni sui prezzi e la tenuta del reddito disponibile, che alimentano aspettative più favorevoli per i mesi a venire. Le famiglie appaiono meno preoccupate per il potere d’acquisto e più propense a programmare spese, un fattore che può sostenere la domanda interna nel trimestre autunnale.

Imprese: quadro a macchia di leopardo
La fiducia degli imprenditori mostra un miglioramento contenuto e non uniforme. Nel settore delle costruzioni l’indice passa da 101,3 a 101,5, sostenuto da un’evoluzione positiva dei giudizi sugli ordini, sebbene le aspettative sull’occupazione siano in leggero calo.
Nei servizi di mercato l’indice sale da 95,1 a 95,6, grazie soprattutto a un deciso aumento delle attese sugli ordini, mentre peggiorano i giudizi sull’andamento attuale degli affari.
La manifattura resta invariata a 87,3, evidenziando fragilità legate al rallentamento della domanda internazionale e alla debolezza degli investimenti, con giudizi sugli ordini in lieve miglioramento ma attese sulla produzione in calo.
Nel commercio al dettaglio l’indice scende da 102,7 a 101,6, penalizzato da giudizi negativi sulle vendite correnti e dall’aumento delle scorte di magazzino, anche se le aspettative sulle vendite future risultano in crescita.

Dinamiche settoriali e interpretazione
Il quadro mostra un’economia che cerca un punto di equilibrio. La domanda interna, sostenuta dai consumi, contribuisce a mantenere una dinamica positiva, mentre la manifattura continua a soffrire la debolezza del commercio estero e il costo ancora elevato del credito. Il comparto dei servizi, più legato all’andamento della spesa delle famiglie e al turismo, appare in recupero, mentre le costruzioni restano solide grazie agli ordini acquisiti ma iniziano a temere un rallentamento del mercato del lavoro nel medio periodo.
Nel commercio, la dinamica delle scorte e la prudenza dei consumatori continuano a rappresentare un freno, segnale che la ripresa della fiducia non si è ancora tradotta in un’accelerazione dei consumi.

Prospettive e rischi
Gli economisti sottolineano che la tendenza positiva di settembre va letta con prudenza. La fiducia rimane su livelli inferiori alla media di lungo periodo e il contesto globale – dalla politica monetaria restrittiva della Bce alle tensioni geopolitiche e commerciali – resta fonte di incertezza.
La crescita del Pil italiano nei prossimi mesi dipenderà dalla capacità di consolidare i consumi e di rilanciare gli investimenti produttivi. La lieve ripresa della fiducia può essere un segnale incoraggiante per la domanda interna, ma non basta a dissipare i rischi legati al calo dell’export e alla necessità di mantenere la competitività industriale.

Un indicatore da monitorare
Il dato di settembre rappresenta dunque un timido passo avanti, che potrebbe preludere a un autunno di moderato consolidamento economico. Molto dipenderà dalla continuità di queste dinamiche: se l’inflazione resterà sotto controllo e il mercato del lavoro continuerà a sostenere il reddito disponibile, la fiducia di famiglie e imprese potrà rafforzarsi, favorendo la crescita nei trimestri successivi.
Per ora, la fotografia scattata dall’Istat mostra un Paese in cerca di stabilità e di un nuovo slancio: i consumatori tornano a guardare con un po’ più di ottimismo al futuro, mentre le imprese restano divise tra chi beneficia della domanda interna e chi, più esposto ai mercati esteri, continua a percepire venti contrari.

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