Fibra: la discussione sulla Rete unica si sposta sugli ostacoli alla concorrenza

 
All'Europa (o, per essere precisi, ad una sua parte politica molto importante), il progetto di una rete unica italiana proprio non va giù, per quello che, a detta del Partito popolare europeo (PPE), sembra essere una autostrada spianata verso un regime di monopolio che contrasta con ogni principio della concorrenza. Un giudizio che non ha certo la palma dell'originalità poiché il Ppe giunge buon ultimo nella schiera di coloro che guardano con un minimo di preoccupazione al progetto di rete unica sul quale il Governo crede tanto al punto da "spenderci" la Cassa Depositi e Prestiti, e, con essi la Tim che, da impresa che deve creare reddito, ha fiutato l'affare.

A farsi portavoce dello sconcerto del Partito popolare europeo, che è maggioritario nel massimo consesso elettivo del continente, è l'europarlamentare Antonius Manders (in foto) che ha investito, per competenza, Margrethe Verstager, commissaria alla Concorrenza, ma anche vicepresidente della Commissione. Un passaggio dell'interrogazione di Manders dice tutto: "Mentre il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche mira a promuovere la concorrenza nelle infrastrutture, vi sono segni di un ritorno al monopolio in alcuni mercati delle telecomunicazioni dell'Ue''. Manders, quindi, spiega il perché della sua iniziativa facendo l'esempio dell'Italia "dove - sostiene - si sta prendendo in considerazione una fusione della rete fissa a banda larga dell'operatore storico con quella del suo principale sfidante, Open Fiber". Sin qui è cronaca, ma Manders va oltre sostenendo che "ciò significherebbe un'effettiva rimonopolizzazione del mercato locale della banda larga".

La situazione, allo stato dell'arte, vede ingenti forze in campo schierate favore della fusione, con un piccolo problema di equilibri e quote azionarie che rendono lo scenario complesso. Per cercare di chiarire la situazione bisogna spiegare che Open Fiber, costituita nel 2016, ha il capitale azionario diviso paritariamente tra Enel e Cdp. Però una quota tra il 40 e il 50 per cento di Open Fiber in possesso di Enel sta per essere acquisita dal fondo Macquaire per 2,65 miliardi di euro con il closing dell’operazione fissato al 30 giugno di quest’anno. Scenario, quindi tutto in divenire anche per definire il corretto valore degli asset che i soggetti promessi sposi porterebbero in dote.
Sono essenzialmente tre i punti che Manders ha chiesto a Margrethe Vestager di chiarire e il più importante è questo: "Potrebbe dire se sarebbe lecito, secondo le norme dell'Ue, che l'operatore unico mantenga una qualche forma di controllo sulla nuova entità risultante dalla fusione, rimanendo così un operatore integrato verticalmente con il pieno controllo del mercato all'ingrosso?". Ma nell'interrogazione si esprime la preoccupazione che questo "meccanismo" possa fare da battistrada ad altre operazioni di eguale contenuto in altri Paesi.

Che il settore della rete in fibra viva un momento delicato è confermato anche dal fatto che se ne stia occupando l'Antitrust, che ha reso noto di avere avviato un’istruttoria relativa ai contratti che regolano la costituzione e il funzionamento di FiberCop e gli accordi di fornitura con Fastweb e Tiscali. L'istruttoria, secondo la nota dell'Antitrust, riguarda Telecom Italia, Fastweb, Teemo Bidco, FiberCop, Tiscali Italia e Kkr. Nella sua nota, l'Antitrust guidata da Roberto Rustichelli, spiega che "lo sviluppo delle reti di telecomunicazione in fibra rappresenta un obiettivo cruciale per il nostro Paese che può essere raggiunto in tempi rapidi solo attraverso l’esplicarsi di una sana concorrenza dinamica. In questa prospettiva, l’Autorità – riconoscendo le possibili efficienze dei progetti condivisi di infrastrutturazione – ha avviato un’istruttoria per accertare che gli accordi in questione non comportino restrizioni concorrenziali non necessarie e che forniscano adeguati incentivi alla dismissione della vecchia tecnologia delle reti in rame".

L'istruttoria, in sostanza, è mirata a verificare che, in conseguenza gli accordi che sono stati raggiunti, non si determino ostacoli alla concorrenza tra gli operatori nel medio e lungo termine. Accordi che non possono perdere di vista che essi debbono assicurare il rapido ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione fissa del Paese. Da parte loro, come si legge in una nota congiunta, Tim e Fastweb accolgono "con favore la decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di avviare una valutazione circa gli impatti della costituzione di FiberCop, in vista della piena operatività della joint venture, attesa nel primo trimestre 2021”, ricordando che l'avvio del confronto fa seguito ad una loro richiesta di Tim e Fastweb, "nello spirito di collaborazione che contraddistingue da sempre la relazione dei due operatori con le Autorità di settore".

Uno dei passaggi fondamentali dell'istruttoria del'Antitrust riguarda le considerazioni sul progetto FiberCop
che, secondo TIM, intende "stimolare gli investimenti per l’ammodernamento della rete fissa di telecomunicazioni al fine di favorire la transizione alle reti di telecomunicazione ad alta capacità in fibra. Tale obiettivo è stato altamente apprezzato dall’Autorità in passato e, proprio in tale ottica, il presente procedimento intende analizzare alcuni elementi critici degli accordi in esame che appaiono avere un effetto opposto agli obiettivi di sviluppo e coinvestimento, producendo una riduzione della concorrenza infrastrutturale che è un importante promotore degli investimenti in fibra ottica. In particolare, poiché un progetto di sviluppo condiviso delle infrastrutture di rete in fibra ottica appare uno strumento in grado di determinare svariate efficienze, occorre – proprio in un’ottica di promozione della concorrenza dinamica – eliminare le restrizioni alla concorrenza non necessarie all’ottenimento di tali benefici, nonché le restrizioni che potrebbero ostacolare l’infrastrutturazione stessa del Paese, quali quelle che attenuano la concorrenza infrastrutturale o che tendono a privilegiare l’uso della rete rame".
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