Famiglia batte banca: oltre 5 milioni di italiani chiedono aiuto economico ai propri cari

- di: Giulia Caiola
 
In un’Italia sempre più provata dalle crisi economiche e sociali, è la famiglia a diventare il principale punto di riferimento per chi cerca un aiuto finanziario. Secondo l’ultimo report dell’Istat relativo al 2023, sono oltre 5 milioni e 344.000 i cittadini che hanno chiesto prestiti ai propri familiari, un dato che surclassa le richieste rivolte alle banche, ferme a 3 milioni e 69.000.

Famiglia batte banca: oltre 5 milioni di italiani chiedono aiuto economico ai propri cari

Dietro questi numeri si nasconde una realtà complessa, fatta di incertezze lavorative, stipendi insufficienti e difficoltà nell’accesso al credito. Il ricorso alla famiglia, spesso visto come ultima risorsa, ha toccato livelli senza precedenti. A confrontarsi con questa situazione sono soprattutto i giovani e i giovani adulti, con un’età compresa tra i 18 e i 44 anni, che rappresentano il 28,5% di chi richiede aiuti economici.

Nella fascia 18-24 anni, il 27,1% ha chiesto un sostegno, dato che sale al 29,1% tra i 35 e i 44 anni. Man mano che l’età aumenta, però, il ricorso agli aiuti economici diminuisce drasticamente: solo il 14,5% degli over 65 si è rivolto a familiari o istituti di credito.

Famiglia o istituzioni finanziarie?

Se la famiglia rappresenta la prima scelta per quasi un quinto dei giovani adulti (19,5%), il ricorso alle banche e alle società finanziarie cresce con l’età. Tra i 45 e i 64 anni, il 9,3% dei cittadini ha richiesto prestiti bancari, mentre il 6,7% si è rivolto alle società finanziarie, cifre che calano sensibilmente per i più giovani.

Interessante notare come il sostegno degli amici o dei vicini di casa, benché marginale rispetto alla famiglia, rappresenti una risorsa per oltre 700mila persone, soprattutto nelle aree del Sud e delle Isole.

Disparità territoriali


Le richieste di aiuto economico seguono anche una marcata geografia della crisi. Nelle Isole, il 26,3% dei cittadini ha dichiarato di aver richiesto un supporto finanziario, seguite dal Sud (25,7%) e dal Centro (24,2%). Le aree del Nord-est e Nord-ovest registrano invece percentuali inferiori, rispettivamente al 20,9% e 20,3%.

Tra le regioni, spiccano Puglia (28,4%), Lazio (27,6%) e Sicilia (27,3%), mentre Umbria e Calabria si attestano sopra la media. L’Emilia Romagna, regione tradizionalmente considerata solida, mostra una vulnerabilità crescente, confermando che la crisi non risparmia nemmeno le aree economicamente più avanzate.

La famiglia come ultima difesa


Questi dati raccontano di un’Italia in cui il welfare familiare si sostituisce sempre più spesso a quello statale, un fenomeno che evidenzia una fragilità strutturale. «In un contesto in cui le istituzioni pubbliche faticano a garantire sicurezza economica, la famiglia diventa un rifugio obbligato», osserva un esperto di politiche sociali.

Ma se da un lato il supporto familiare è un segno di resilienza, dall’altro cela il rischio di ampliare le disuguaglianze. Chi può contare su una famiglia solida ha accesso a una rete di protezione; chi ne è privo, si ritrova spesso in condizioni di marginalità economica e sociale.

Un’Italia che si aggrappa ai legami

L’indagine Istat è un monito per il futuro: non bastano politiche emergenziali, serve una strategia di lungo periodo che metta al centro il sostegno alle famiglie, l’accesso al credito per i giovani e un sistema di welfare che riduca le disparità territoriali.

In questo quadro, la famiglia resta un pilastro, ma non può e non deve diventare l’unico argine contro la precarietà.
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