Eurozona, Berlino mette in campo le contromisure contro l’inflazione che non molla la presa

- di: Barbara Leone
 
Contromisure in vista da Berlino per fronteggiare l’emergenza inflazione che nel Paese non sembra aver alcuna intenzione di mollare la presa. Al netto di energia e alimentari, infatti, l’inflazione di fondo nell’area euro ha segnato un +5,7%

Eurozona, Berlino mette in campo le contromisure contro l’inflazione che non molla la presa

Da qui la decisione di Francoforte, che da una parte nella riunione di maggio alzerà i tassi d’interesse di altri 50 punti (base di partenza per la discussione) e dall’altra dà il via ad una serie di contromisure sul fronte dei salari. Che per circa 2.5 milioni di lavoratori statali tedeschi aumenteranno del 5,5% (almeno 340 euro) per complessivi 850 milioni di euro.

“Per questo compromesso, ci siamo spinti al massimo”, ha commentato Frank Werneke, presidente del sindacato United Services Union (Verdi), che rappresenta i dipendenti del settore pubblico. Si partirà da marzo 2024, ma a giugno di quest’anno ci sarà una compensazione esentasse da 3.000 euro. Merito dello spazio fiscale su cui può contare Berlino, che però domanda ancora più strette alla Bce ancora contro i rincari. Del resto, spiega da Londra Visco, riportare sotto controllo l’inflazione “senza danneggiare l’economia” resta la priorità del momento. Vale in Italia come in altri Paesi. E in tal senso l’azione delle banche centrali sui tassi di cambio “non può essere the only game in town”. Secondo Visco c’è la necessità di “non lasciare sola la Bce” e di affiancarla da un lato con una politica di bilancio prudente da parte dei governi, dall’altro con “il senso di responsabilità dalle parti sociali”.

Che peraltro stanno giocando un ruolo significativo nel contrasto all’inflazione e potrebbero essere l’innesco per un circolo vizioso, come spiega Colin Graham, capo degli investimenti multi asset di Robeco: “Le tensioni sul mercato del lavoro - sottolinea - stanno alimentando le richieste salariali, segno tangibile di un radicamento di elevate aspettative d’inflazione nella psiche dei consumatori. In assenza di un ulteriore inasprimento monetario l’aumento dei prezzi si tradurrà in un aumento dei salari, che a sua volta provocherà un ulteriore incremento”. Il rischio spirale è, insomma, dietro l’angolo. Il che, tradotto, vuol dire che è meglio attendersi nuovi aumenti del costo del denaro. Diversamente è presumibile che arrivino nuove mosse d’adeguamento salariale da parte dei sindacati. Ma, e non è il caso dell’Italia, solo per chi ha spazio fiscale. Come la Germania, appunto.
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