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Maduro mobilita 4,5 milioni di miliziani contro le “minacce” Usa

- di: Marta Giannoni
 
Maduro mobilita 4,5 milioni di miliziani contro le “minacce” Usa
Maduro mobilita 4,5 milioni di miliziani contro le minacce USA
Una risposta tonante tra armi, sovranità e propaganda: Caracas alza la posta in uno scontro ad alta tensione.

(Foto: Nicolàs Maduro, presidente del Venezuela).

Una risposta folgorante da caracas

In un gesto dal sapore fortemente simbolico e politico il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato in diretta televisiva statale l’attivazione di un piano d’emergenza che mobilita 4,5 milioni di miliziani, pronta a “coprire l’intero territorio nazionale” in risposta a quelle che ha definito “minacce stravaganti” da parte degli Stati Uniti.

Maduro ha proclamato: “Milizie preparate, attivate e armate”, specificando che riceveranno armi e missili destinati alla “forza contadina” e alla “classe operaia”, per difendere “territorio, sovranità e pace” del Venezuela. Questa milizia, ereditata dall’era Chavez, sarebbe composta da civili e riservisti sotto il comando dell’esercito.

Un’escalation nella tensione con Washington

La mossa venezuelana arriva in un contesto di crescente tensione bilaterale. All’inizio di agosto, l’amministrazione statunitense ha raddoppiato la taglia per l’arresto di Maduro a 50 milioni di dollari, accusandolo di essere a capo del famigerato “Cartel dei Soles”. L’annuncio è stato accompagnato da dure accuse di narco-terrorismo e traffico di droga.

Contemporaneamente, gli Stati Uniti hanno dispiegato forze navali e aeree nei Caraibi meridionali, dichiarando guerra a organizzazioni criminali latinoamericane, tra cui il venezuelano “Tren de Aragua” e il messicano “Sinaloa”.

“Tutti in difesa di Maduro”

L’escalation ha portato il chavismo a compattezza difensiva. Tutte le istituzioni – forze armate, organi di sicurezza e dirigenti del partito – hanno solidarizzato con Maduro, bollando le mosse statunitensi come una campagna di propaganda politica e un ingiustificato attacco alla sovranità nazionale.

Il ministro Diosdado Cabello ha denunciato presunte operazioni terroristiche orchestrate da figure dell’opposizione, come María Corina Machado e Iván Simonovis, evocando un pericolo interno quanto esterno.

Il quadro strategico e interpretativo

1. Mobilitazione muscolare e propaganda interna

Attivare 4,5 milioni di miliziani non è solo un atto militare, ma un potente messaggio politico: Maduro si presenta come il garante della patria, pronto a difendere lo Stato con la partecipazione popolare armata. È un richiamo a una popolazione afflitta dalla crisi economica, ma ancora mobilitabile in tempi di “minaccia esterna”.

2. Simbolismo e contrapposizione mediatica

Il massiccio schieramento da un lato e la taglia da 50 milioni dall’altro creano un duello simbolico, più che militare. Entrambe le parti cercano di raccontarsi come difensori legittimi dell’ordine: Washington cita la lotta al narcotraffico, Caracas interpreta tutto come aggressione imperialista.

3. Impatti sul piano internazionale

Il raddoppio della taglia e le manovre navali rischiano di accentuare l’isolamento diplomatico del Venezuela, mentre nazioni alleate come Russia, Cina e Iran potrebbero innalzare la voce in difesa del governo chavista.

4. Ecco perché tutto questo accade ora

Il contesto è segnato da un’elezione contestata, da un’economia in caduta libera (inflazione 229%, bolívar in frantumi) e da una repressione interna rafforzata dopo l’insediamento di gennaio 2025.

Questa, quindi, è più di una notizia: è un momento di narrativa in cui armi, mitezza e minacce si fondono in una sceneggiatura bellica. Da una parte, un presidente armato di simboli e strategie. Dall’altra, una superpotenza che arrocca il proprio interventismo dietro la scusa della lotta al narcotraffico.

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