L’equilibrio tra offerta in crescita e tensioni geopolitiche tiene fermi i prezzi del petrolio; il gas naturale emerge con un chiaro slancio rialzista.
WTI e Brent restano inchiodati in una fascia di prezzo che il mercato conosce bene: il primo si muove attorno a 63,7 $/barile, il secondo gravita sui 67 $. In parallelo, il gas naturale ha ripreso quota, con scambi poco sopra 3 $/MMBtu e una struttura tecnica che, a inizio settembre, suggerisce la possibilità di ulteriori allunghi.
Petrolio: stabilità fragile tra surplus produttivo e incertezze geopolitiche
La lateralità del WTI non è un accidente: riflette la coincidenza fra offerta abbondante e domanda prudente. La produzione nordamericana resta elevata e, se le scorte continueranno a crescere, la fascia attuale rischia di trasformarsi in un tetto. Il mercato guarda a 65 $ come resistenza chiave: solo una rottura pulita, peraltro testata raramente nell’ultimo mese, riaprirebbe spazio verso i massimi d’agosto.
Un eventuale strappo oltre 65 $ incontrerebbe subito un primo bastione tecnico intorno a 65,6 $ (media di periodo), dove sarebbe fisiologica una fase di pausa o riaccumulazione prima di nuove estensioni. Al contrario, un ritorno di vendite riporterebbe i prezzi al centro del range, con il rischio di scivolare in correzione se le variabili macro peggiorassero.
In questo quadro, i driver restano chiari: decisioni OPEC+, dinamica delle scorte, stato della domanda globale (Stati Uniti ed Asia in testa) e fattore dollaro. Ogni irrigidimento commerciale o geopolitico può accendere fiammate, ma è l’equilibrio di medio periodo tra produzione e consumi a dettare il passo.
Gas naturale: breakout in costruzione sopra quota 3
Il gas naturale ha provato a superare la soglia psicologica dei 3 $ già nelle ultime sedute di agosto. L’avvio di settembre rafforza l’idea di una ripartenza rialzista: il mercato ha accumulato abbastanza energia da misurarsi con obiettivi a 3,20 e 3,32 $, livelli dove in passato si sono addensate prese di beneficio.
Lo scenario non è lineare. Finché la rottura non verrà convalidata con volumi e tenuta dei prezzi, il sottostante resta esposto a pullback in area 2,80 e, in estensione, 2,65 $. La stagionalità, le esportazioni di GNL e l’andamento delle scorte nordamericane compongono l’ossatura del quadro fondamentale. Per il trimestre, le stime convergono su un corridoio compreso tra 3 e poco oltre 4 $, con volatilità legata a meteo e logistica del GNL.
Che cosa guardare adesso
- OPEC+: riunioni e indicazioni sull’offerta guideranno l’inerzia del WTI.
- Scorte e dati macro USA: occupazione, manifattura e consumi incidono su domanda e sentiment.
- Domanda asiatica: eventuali rallentamenti pesano più dell’offerta.
- Gas naturale: conferme sopra 3 $ e test di 3,20–3,32 $ per validare il breakout.
Il punto: equilibrio dinamico con rischi bilanciati
Il petrolio corre sul filo: surplus produttivo e timori per la domanda impediscono la fuga, mentre le incognite geopolitiche tengono accese le micce. Il gas, invece, ha ritrovato slancio e ambizione; ma se i fondamentali non accompagneranno, il superamento di 3 $ rischia di restare un falso segnale. In breve: prudenza operativa sul greggio finché la resistenza non cede, attenzione ai livelli sul gas per distinguere una vera inversione da un rimbalzo tattico.