• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Germania: crescita in apnea, risveglio posticipato al 2026

- di: Bruno Legni
 
Germania: crescita in apnea, risveglio posticipato al 2026
Germania: crescita in apnea, risveglio posticipato al 2026
Previsioni ridimensionate, stimoli pubblici a traino e riforme tergiversate tengono il Paese in stallo.

La Germania affronta un 2025 di stagnazione, con la ripresa attesa soltanto dal 2026 e perlopiù sospinta da misure fiscali. La sensazione di “ex locomotiva” in folle attraversa l’intero dibattito economico: gli indicatori migliorano appena, mentre la fiducia delle imprese rimane cauta.

Germania: lo spettro della stagnazione nel 2025

Le stime aggiornate degli istituti economici convergono su una crescita quasi nulla nel 2025, con un rimbalzo più deciso solo dal 2026. I profili previsivi delineano un sentiero di recupero graduale, lontano dai ritmi pre-pandemici e fortemente condizionato dal contesto internazionale.

Stimoli fiscali: l’effetto pubblico della ripresa

La dinamica attesa per il biennio successivo poggia in larga parte su spesa pubblica aggiuntiva e interventi fiscali. Investimenti in infrastrutture e difesa, incentivi e misure di sostegno energetico sosterranno la domanda, ma non risolvono il nodo della competitività. Il rischio è di alimentare crescita “a scadenza”, senza un corrispondente aumento stabile della capacità produttiva privata.

Minacce esterne e struttura industriale in affanno

La debolezza dell’industria manifatturiera resta il principale freno: il valore aggiunto è ancora sotto i livelli del 2019 e l’attuale sottoutilizzo degli impianti non indica margini automatici di recupero, ma segnala una contrazione strutturale. Le imprese confidano più nella spinta governativa che in un’accelerazione autonoma del mercato.

Al quadro interno si sommano i dazi statunitensi e l’incertezza dei mercati, fattori che comprimono le esportazioni e irrigidiscono le condizioni finanziarie. L’impatto sui settori esposti alla domanda globale è tangibile, con specifici comparti – automotive, macchinari, chimica – chiamati a ripensare catene del valore e localizzazioni.

Mercato del lavoro e consumi: resilienza senza slancio

Il tasso di disoccupazione è previsto su livelli moderati ma con variazioni contenute. I consumi delle famiglie mostrano una resilienza priva di scatto: salari reali in recupero solo parziale e risparmio precauzionale elevato raffreddano la spesa, mentre l’orientamento verso beni durevoli resta prudente.

Investimenti privati in frenata, pubblico in spinta

Gli investimenti privati risentono di costi energetici, tassi elevati e incertezza regolatoria. A compensare è il settore pubblico, atteso in aumento a due cifre in alcune voci. Ma senza un miglioramento dell’attrattività del sistema – tempi autorizzativi, digitalizzazione della PA, certezza del diritto – la propensione a investire rischia di restare bassa.

Il nodo energia e la competitività di lungo periodo

La transizione energetica richiede un equilibrio tra sicurezza dell’approvvigionamento e costo dell’energia per l’industria. Un sentiero di capex prevedibile, reti più robuste e procedure snelle può ridurre il differenziale di costo con i competitor e frenare delocalizzazioni e perdita di capacità.

Riforme per una vera crescita, oltre la congiuntura

Gli economisti convergono su un’agenda a impatto strutturale: meno burocrazia, più digitale, politiche del lavoro orientate all’inclusione attiva, sostegno all’innovazione e al trasferimento tecnologico. In assenza di questi passi, gli stimoli fiscali rischiano di trasformarsi in palliativi costosi.

“Se la politica economica resterà immobile, rischiamo anni ulteriori di paralisi e un’erosione della competitività come sede d’impresa”, ha avvertito Timo Wollmershäuser (ifo), sintetizzando la preoccupazione che attraversa il mondo produttivo.

Politica in cerca di rotta

Il dibattito tra partiti evidenzia divergenze su tempi e intensità delle riforme. Le promesse di un “autunno delle riforme” dovranno tradursi in atti concreti su fisco, lavoro ed energia per evitare che il 2026-2027 rimanga un semplice rimbalzo sostenuto dal bilancio pubblico. Coraggio decisionale e coerenza attuativa sono le due condizioni essenziali per riaccendere il motore tedesco. 

Notizie dello stesso argomento
Trovati 82 record
03/12/2025
Ocse: Italia migliora sui conti, ma il Pil cresce al rallentatore
L’Ocse rivede al ribasso il Pil italiano 2025 (+0,5%) ma promuove il risanamento dei conti...
03/12/2025
HSBC, svolta al vertice: Brendan Nelson nuovo presidente
La nomina di Brendan Nelson alla presidenza di HSBC arriva in una fase di intensa trasform...
03/12/2025
Prada si prende Versace: 1,25 miliardi per la Medusa
Prada compra Versace per 1,25 miliardi. Lorenzo Bertelli diventa presidente esecutivo. Str...
03/12/2025
Caso Mps e inchiesta su Lovaglio: cosa rischiano banca e Mediobanca
Inchiesta su Lovaglio e sulla scalata a Mediobanca: effetti su Mps, reazioni della Bce, vo...
03/12/2025
Netflix rilancia per Warner Bros Discovery sfidando Paramount e Comcast
Netflix alza la sua offerta per gli asset di Warner Bros Discovery, sfidando Paramount Sky...
03/12/2025
Wall Street chiude in rialzo, Asia apre cauta tra dati e Fed
Dow Jones, Nasdaq e S&P 500 chiudono in rialzo. Asia apre mista tra attese su Fed, BoJ e n...
Trovati 82 record
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720