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Ex Ilva, il governo convoca i sindacati il 21 maggio. Urso: “Evitare ricadute sull’occupazione”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ex Ilva, il governo convoca i sindacati il 21 maggio. Urso: “Evitare ricadute sull’occupazione”

Il futuro dell’ex Ilva torna sul tavolo politico. Il governo ha convocato i sindacati metalmeccanici per mercoledì 21 maggio a Palazzo Chigi. All’ordine del giorno, un aggiornamento sul gruppo Acciaierie d’Italia, tra le maggiori realtà industriali del Paese, attraversata da una crisi profonda che rischia di compromettere non solo la produzione ma anche l’intero indotto. La riunione sarà un banco di prova per testare la volontà dell’esecutivo di gestire una transizione industriale senza sacrificare migliaia di posti di lavoro.

Ex Ilva, il governo convoca i sindacati il 21 maggio. Urso: “Evitare ricadute sull’occupazione”

Ad annunciare l’incontro è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha definito l’appuntamento “necessario per trarre le conseguenze da quello che purtroppo è accaduto”. L’obiettivo del tavolo, ha spiegato, è evitare “ricadute drammatiche sull’occupazione, sulla filiera e sull’indotto”. Il linguaggio usato dal ministro tradisce la consapevolezza di un momento critico: senza un piano industriale chiaro e un sostegno pubblico, lo stabilimento rischia di collassare.

Sindacati in allerta: salvare l’acciaio italiano

I sindacati accolgono l’apertura di Palazzo Chigi ma restano cauti. L’invito è il segnale di una presa d’atto della gravità della situazione, ma i rappresentanti dei lavoratori chiedono risposte concrete. Le vertenze degli ultimi mesi hanno alimentato il malcontento, e la tenuta sociale a Taranto e negli altri territori interessati è sotto stress. Per le sigle sindacali, il governo deve garantire la continuità produttiva e la tutela dei livelli occupazionali, senza tergiversare.

Una questione industriale e politica

La vicenda ex Ilva non è solo una vertenza sindacale: è il simbolo delle difficoltà italiane nel gestire i nodi strategici dell’industria pesante. Il rischio è di trovarsi con un gigante svuotato, incapace di affrontare le sfide della transizione ecologica e della concorrenza globale. L’incontro del 21 maggio si carica così di significati più ampi: sarà un test anche per la coesione della maggioranza e per la tenuta del “patto sociale” che il governo Meloni ha promesso di ricostruire.

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