Covid, la protesta dei dentisti: "Noi in ultima fila per i vaccini"

- di: Emanuela M. Muratov
 
Sin dall'inizio della campagna vaccinazioni anti-Covid in Italia, era chiaro che la priorità per le prime dosi da somministrare andasse alle categorie più a rischio, cioè le fasce più anziane della popolazione e naturalmente gli operatori sanitari che ogni giorni possono venire a contatto con la malattia.

Sta però montando la polemica sulla suddivisione di tali dosi per quanto riguarda chi opera nel mondo sanitario, con una protesta sempre maggiore proveniente da odontoiatri e igienisti dentali che al momento sono indietro nella lista di somministrazioni.

A confermare l'incoerenza di questa decisione è stato un appello del direttivo della Società Italiana di Parodontologia e implantologia dopo quello già fatto da parte della Federazione degli Ordini dei Medici: "Odontoiatri e igienisti dentali sono medici in prima fila per il rischio di contrarre il Covid-19 ma sono in ultima fila per quanto riguarda l'accesso al vaccino" - ha spiegato il presidente della Sidp, Luca Landi, nelle dichiarazioni riprese dall'ANSA - "Date le caratteristiche della professione, persino l'Organizzazione Mondiale della Sanità li ha individuati come categorie molto a rischio per la trasmissione della malattia e per questo motivo troviamo sorprendente la decisione di non inserirli fra gli operatori sanitari che hanno un accesso prioritario alla vaccinazione. Fin dal principio ci siamo attrezzati per adottare misure che rendano sicuri gli studi dentistici ma ogni giorno vediamo un alto numero di pazienti stando a strettissimo contatto con loro, anche per lungo tempo. Non riconoscere la categoria come prioritaria vuol dire scordarsi totalmente del settore che cura la salute della bocca. Tutto mentre studi scientifici hanno dimostrato come sia collegata a quella dell'intero organismo e persino legata alla gravità dei sintomi causati dal Covid".

Landi termina il suo appello riprendendo quello lanciato pochi giorni fa da Filippo Anelli, il suo omologo nella Fnomceo: "Proprio come lui, pensiamo che vaccinare soltanto gli operatori sanitari che lavorano in ambiti pubblici o convenzionati voglia dire fare distinzioni fra chi lavora giornalmente sul campo e questo escluderebbe a priori gli odontoiatri, la cui quota di lavoratori nel privato supera il 90%. C'è quindi bisogno di riaggiornare il piano vaccinale e assicurare una ricezione omogenea e livello regionale: vaccinare i dentisti proteggerebbe loro dando la possibilità di garantire ai pazienti le cure ma darebbe anche più sicurezza ai pazienti. Non farlo sarebbe una scelta miope".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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