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Dazi, Trump rilancia lo scontro: “+3.000% sui pannelli solari asiatici”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Dazi, Trump rilancia lo scontro: “+3.000% sui pannelli solari asiatici”
L’amministrazione Trump alza il tono nella guerra commerciale globale e annuncia un pacchetto di nuovi dazi sui pannelli solari importati dal Sud-est asiatico, con un incremento potenziale che potrebbe superare il 3.000%. Il provvedimento, secondo fonti della Casa Bianca, è volto a “proteggere la filiera produttiva statunitense da pratiche sleali di concorrenza”. I Paesi colpiti sarebbero in particolare Vietnam, Malesia, Thailandia e Cambogia, dove molte aziende cinesi hanno spostato parte della produzione per eludere i dazi esistenti. Donald Trump, tornato ufficialmente alla presidenza a gennaio, ha confermato l’intenzione di “ripristinare la leadership industriale americana” anche con misure considerate estreme da diversi analisti.

Dazi, Trump rilancia lo scontro: “+3.000% sui pannelli solari asiatici”

Secondo il Dipartimento del Commercio, la Cina continuerebbe a dominare il mercato fotovoltaico internazionale sfruttando impianti di produzione satellite nei Paesi vicini, approfittando di regimi fiscali più favorevoli e normative più permissive. Gli Usa sostengono che questi siti siano “fabbriche ombra” il cui unico scopo è aggirare i dazi in vigore. Le nuove tariffe si applicheranno a una percentuale significativa delle importazioni totali, mettendo sotto pressione l’intera catena di approvvigionamento delle rinnovabili. L’effetto immediato previsto dagli osservatori è l’aumento dei prezzi per installatori e consumatori americani, ma per la Casa Bianca si tratta di una misura “inevitabile e necessaria”.

Preoccupazioni dall’industria energetica e da Wall Street

Le associazioni di settore negli Stati Uniti, tra cui la Solar Energy Industries Association, hanno espresso forte preoccupazione per le ricadute sui progetti in corso e sui costi delle installazioni residenziali. Alcuni analisti stimano un calo del 20% nelle nuove installazioni entro l’anno. L’annuncio dei dazi ha avuto un impatto immediato anche a Wall Street, dove i titoli del comparto energetico verde hanno subito ribassi consistenti. Per l’amministrazione Trump, tuttavia, il costo economico è secondario rispetto alla priorità strategica di ridurre la dipendenza da tecnologie “controllate da Pechino”.

Effetti globali e reazioni internazionali

Dal fronte asiatico non si sono fatte attendere le reazioni. Il governo malese ha parlato di una “misura ostile che viola i principi del libero scambio”, mentre da Hanoi è arrivata la richiesta di aprire un tavolo di confronto multilaterale. Anche l’Unione Europea osserva con crescente preoccupazione lo scontro commerciale, temendo un effetto domino che possa coinvolgere altri settori strategici, come le batterie e le auto elettriche. Per ora, Trump non arretra e rilancia: “Chi bara sarà punito. L’America torna a farsi rispettare.”
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