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Scossone dazi, l’Italia rallenta: Pil giù dello 0,2%, a rischio 68mila posti

- di: Marta Giannoni
 
Scossone dazi, l’Italia rallenta: Pil giù dello 0,2%, a rischio 68mila posti

Bankitalia: “Contraccolpo inevitabile”. Allarme su Pnrr e delocalizzazioni. Confindustria: “Un terremoto per le filiere globali”.

(Nella foto il Governatore di Bankitalia, Fabio Panetta)

L’Italia si trova di fronte a una tempesta economica: i dazi imposti dagli Stati Uniti minacciano di rallentare la crescita del Pil e mettere a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Le stime parlano chiaro: nel 2025, il Prodotto Interno Lordo potrebbe subire una flessione dello 0,2%, con una perdita di circa 68.000 occupati. A complicare il quadro, i ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che potrebbero compromettere la ripresa economica del Paese.

Il peso dei dazi sul Pil e sull’occupazione
Secondo l’Istat, l’eventuale perdurare dell’incertezza e un aumento delle tensioni commerciali potrebbero avere un impatto negativo di 0,2 punti percentuali sul Pil nel 2025 e di 0,3 punti nel 2026. 
L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) stima una perdita di circa 68.000 posti di lavoro, con effetti che si estenderebbero a quasi tutti i settori dell’economia italiana.
Confindustria prevede che, con dazi al 20%, la crescita del Pil sarebbe contenuta allo 0,3% nel 2025 e 0,6% nel 2026. Il Centro studi dell’associazione definisce le tariffe un "terremoto nelle filiere produttive globali" e mette in guardia dal rischio concreto di delocalizzazione, coinvolgendo un migliaio di grandi imprese che danno lavoro a 1,5 milioni di addetti.

Bankitalia: “Contraccolpo inevitabile”
La Banca d’Italia avverte che un contraccolpo sarà inevitabile se vi sarà un forte rallentamento del commercio mondiale. Sebbene la qualità elevata dei beni italiani e gli ampi margini di profitto di alcune imprese possano attenuare temporaneamente l’impatto, l’istituto sottolinea che l’espansione del Pil mondiale potrà risentire significativamente degli effetti diretti e indiretti dei nuovi dazi e dell’incertezza connessa con le politiche commerciali restrittive.

Pnrr: ritardi e preoccupazioni
La Corte dei Conti segnala ritardi nell’attuazione del Pnrr, in particolare nei progetti relativi a istruzione, inclusione e salute. Occorre spendere 131 miliardi entro giugno 2026, ma le criticità legate alla spesa dei fondi mettono a rischio il raggiungimento degli obiettivi. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che, indipendentemente dal conseguimento degli obiettivi entro fine 2026, parte della spesa dovrà essere contabilizzata anche negli esercizi successivi . 

Italia in situazione economica delicata 
L’Italia si trova in una situazione economica delicata, con i dazi statunitensi che minacciano la crescita e l’occupazione, e i ritardi nell’attuazione del Pnrr che potrebbero compromettere la ripresa. È fondamentale che il governo adotti misure tempestive per mitigare gli effetti negativi dei dazi e accelerare l’attuazione dei progetti previsti dal Pnrr, al fine di garantire una ripresa economica solida e sostenibile.


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