Cuore di papà e non solo: il set, anche per i duri e puri, ha un richiamo irresistibile. E così, finalmente, Daniel Day Lewis è tornato al cinema per girare il primo film di suo figlio Ronin, che si appresta a seguire le orme della madre Rebecca Miller, scrittrice e regista (la sua Ballata di Jack e Rose, con attori del calibro del marito e Paul Dano, è una perla da recuperare). Sono passati sette anni dall’annuncio shock di voler abbandonare le scene dopo quel Filo Nascosto che, certo bel film, ma non poteva essere l’addio di uno degli attori più eccezionali della nostra epoca.
Daniel Day-Lewis torna al cinema per Anemone, il film del figlio Ronan
Il film di Ronan, che ha 26 anni e si è fatto strada come pittore a New York, si intitola Anemone e la sceneggiatura, che "esplora la complessa relazione tra padri, figli e fratelli" e "le dinamiche dei legami familiari", è stata scritta a quattro mani proprio da padre e figlio. A confermare la notizia, Focus Feature, lo studio americano che ha prodotto anche Il Filo Nascosto. Daniel ha avuto un padre eccellente e difficile, il poeta irlandese Cecil Day-Lewis, morto quando lui aveva appena 15 anni. Il set del film è a Manchester dove i paparazzi del Daily Mail hanno scoperto e fotografato il 67enne Day Lewis su una moto, irriconoscibile sotto il casco e i baffi folti. Sean Bean (il Boromir del Signore degli Anelli di Peter Jackson) era seduto sul sellino posteriore e il tabloid aveva pensato a un'apparizione lampo dell'attore in pensione, magari per fare un favore a un amico. Oltre a Bean, Focus Film ha confermato la presenza nel cast di Samantha Morton, Samuel Bottomley and Safia Oakley-Green. Jane Petrie di The Crown è la costumista e Chris Oddy (La Zona di Interesse) il designer della produzione.
Day-Lewis, che ha cominciato a recitare a 14 anni in Domenica Maledetta Domenica, è arrivato al successo incarnando il bullo di strada Johnny in My Beautiful Laundrette e l'aristocratico esteta Cecil di Camera con Vista, entrambi del 1985. Considerato una leggenda per l'intensità della recitazione, la versitilità e la meticolosità con cui ha preparato ogni ruolo, dalle avventure epiche come Ultimo dei Mohicani al dramma ottocentesco L'Età dell'Innocenza di Martin Scorsese fino al medico seduttore nell'Insostenibile Leggerezza dell'Essere. Si era perfino costretto sulla sedia a rotelle per interpretare il ruolo dell'artista paralitico Christy Brown, film che gli aveva portato il primo Oscar nel 1989, seguito da quello per Il petroliere del 2007 e infine per Lincoln di Steven Spielberg del 2012. Tre statuette da miglior attore e tre nomination: per In nome del padre del 1993, dieci anni dopo per Gangs of New York e nel 2018 per Il Filo Nascosto. Dopo l'annuncio dell'addio al cinema le sue apparizioni in pubblico, già sporadiche, si erano rarefatte: l'ultima, a gennaio, aveva fatto sperare in un ritorno al cinema quando, presentando un premio a Scorsese, l'altrettanto leggendario regista aveva auspicato di fare di nuovo film con lui. Daniel in quel caso non si era sbilanciato: "Lavorare con Martin è stata una delle più grandi gioie e privilegi inattesi della mia vita", ma per il figlio è tutta un’altra cosa. E per fortuna.