Covid: che tristezza vedere tre scienziati presenzialisti scimmiottare i cantanti
- di: Redazione
Ma siamo veramente sicuri che ogni mezzo, ogni stilla di energia, ogni risorsa devono essere messi in campo per sconfiggere questa maledetta pandemia da Covid-19?
Sì, certo, ma c'è un limite a tutto e si chiama decoro. Vedere tre delle star scientifiche - Andrea Crisanti, Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco - che, nell'era del coronavirus, inflazionano ogni giorno le trasmissioni della nostra televisione, canticchiare, con la musica di ''Jingle bells'', quello che dovrebbe essere un invito a vaccinarsi ed alla prudenza, è uno spettacolo che lascia basiti.
Covid: fa discutere il siparietto pro-vaccini di Crisanti, Pregliasco e Bassetti
Per tanti motivi, ma per uno in particolare: trattare una vicenda gravissima come la pandemia alla stregua di un evento qualsiasi, meritevole di battute e mezzi ammiccamenti, è disdicevole, quasi un insulto a coloro che oggi piangono le vittime del Covid e a quelli che, nelle corsie dei reparti di rianimazione, vivono da giorni intubati. Non ci interessa se la maggior parte di loro, per scelta personale, è senza vaccino e che per questo è stato ghermito dal virus e non ci interessa nemmeno che, anche se sono in condizioni gravi, rifiutano di farsi curare.
Ci interessa invece che il trio Lescano in camice e stetoscopio, certo involontariamente, abbia ridotto il ruolo di scienziati e di studiosi a quello di presenzialisti ossessionati dall'apparire ad ogni costo e che, per obbedire a questo imperativo, accettano di tutto pur di non mancare l'appuntamento con la ''fama''.
Né ce la si può prendere con i conduttori della trasmissione di Raidue, ''Un giorno da pecora'', che li hanno convinti a calcare il palcoscenico radiofonico e non solo i reparti e i laboratori. Ciascuno fa il suo mestiere e quelli di ''Un giorno da pecora'' lo sanno fare, se è vero che la malinconica ed imbarazzante comparsata dei ''tre amigos'' della virologia è finita su tutti i siti web, con commenti che sono stati, nella quasi totalità, improntati allo sfottò.
Se, come disse George Clemenceau, la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai militari, forse sarebbe il caso che Bassetti, Pregliasco e Crisanti dovrebbero convincersi che lotta alla pandemia è una cosa troppo seria per ridurla ad una esibizione, patetica come tutte quelle in cui chi viene chiamato a farla dovrebbe avere la coscienza di fare un passo indietro.
Di persone che, in camice, cercano di strappare un sorriso ce ne sono già, sono i medici-clown, gli emuli di Hunter 'Patch' Adams, che ha fatto una terapia del sorriso portato negli ospedali, ai malati più gravi tra i bambini. Preferiamo loro ai nostri novelli cantanti, che hanno strappato di sicuro una risata. Solo che loro pensavano di fare una cosa seria.