Corte dei Conti: "Ipotizzare uno spostamento del prelievo dall'Irpef all'Iva"

- di: Daniele Minuti
 
La Corte dei Conti ha pubblicato il Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica e uno dei punti toccati con maggior enfasi nell'analisi riguardano le prospettive di breve o medio termine delineate nel Def, che appaiono "alla portata dell'Italia nonostante ci siano ancora problemi prima del superamento delle misure e dei confinamenti grazie al piano vaccinale".

Il documento spiega: "La scommessa implicita riguarda la crescita potenziale: può passare da un valore nullo nello scorso quadriennio fino all'1% nel triennio 2022-2024, la recessione ha colpito il Paese quando il PIL aveva recuperato la metà delle perdite registrate nel 2009 e nel 2012, e ha visto una dinamica degli investimenti molto contenuta. Rispetto ad altri paesi europei, il nostro è l'unico Paese dove la nuova accumulazione di capitale non è stata sufficiente neanche a compensare gli ammortamenti, con una conseguente erosione dello stock. Ma i numeri mostrano che ci sono spazi di recupero anche per gli investimenti privati".

Capitolo riforma del fisco: "Le proposte di intervento guardino all'efficienza del sistema tributario, considerando modi di ricomposizione del contributo di prelievi diretti e indiretti, attenzione andrebbe data anche a un parziale spostamento dall'Irpef all'Iva. Non siano trascurati gli obiettivi strategici come lotta all'evisione, il più evidente vulnus nell'equità o la cura al processo di semplificazione sia per quanto riguarda la base imponibile, le aliquote e le spese fiscali, che per gli aspetti procedimentali. La proliferazione delle spese fiscali e dei trattamenti differenziati ha significativamente contribuito a rendere complesso il prelievo; nonostante siano stati assunti nel tempo continui impegni a limitarne l'uso, il loro numero ha continuato ad aumentare sensibilmente. Si tratta di eccezioni alla regola generale riconducibili a circa 250 agevolazioni, che causano una significativa perdita di gettito (circa 53 miliardi nel 2021)", sottolinea la Corte. Difficile, tuttavia, "valutarne l'impatto complessivo, vista l'eterogeneità dei provvedimenti, per natura, scopo e quota dei contribuenti interessati".
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