Confcommercio: "Tornano a scendere le vendite al dettaglio, dato peggiore delle attese"

- di: Daniele Minuti
 
A ottobre torna a scendere il valore delle vendite al dettaglio: i dati Istat vedono infatti il dato congiunturale in calo (-0,4% in valore e -1,2% in volume) e quello tendenziale in aumento di 1,3 punti percentuali in valore e in calo di 6,3 punti percentuali netta diminuzione in volume. Nel trimestre agosto-ottobre 2022, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio crescono in valore (+0,3%) e calano in volume (-1,9%).

Confcommercio: "Tornano a scendere le vendite al dettaglio"

Le vendite dei beni alimentari salgono in valore dell'1% e diminuiscono in volume del 2,3%su base mensile, mentre quelle dei beni non alimentari scendono sia in valore sia in volume rispettivamente dello 0,3% e dell'1,5%). Su base annuale invece i beni alimentari crescono in valore del 4,7% e scendono in volume del 7,9%, con le vendite dei beni non alimentari che calano sia in valore che in volume, dell'1,1% e del 5,2%. Su base trimestrale c'è un calo generalizzato: scende in valore e volume il dato dei beni alimentari giù in valore (-0,1% e -1,5%), mentre non alimentari in diminuzione rispettivamente dello 0,5% e dell’1%.

L'Ufficio Studi Confcommercio ha commentato: "Il dato è peggiore delle attese: tendenziale in volume pari a -6,3% contro il -3,7% della Congiuntura Confcommercio per i beni, al netto di automobili, carburanti, tabacchi ed energia. Il ripiegamento della spesa delle famiglie è comune a molti Paesi europei. La progressiva erosione di potere d’acquisto determinata dall’inflazione sul reddito e sulla ricchezza liquida, solo parzialmente compensata dai pure ingenti sostegni governativi, comprime lo spazio che le famiglie possono destinare alle spese non obbligate. Questa inevitabile configurazione si riflette negativamente su molte voci di spesa, tra le quali l’abbigliamento e le calzature, e sui formati distributivi più tradizionali. Resta confermato, in ogni caso, lo schema interpretativo per le dinamiche di breve termine dell’economia italiana: ottobre e prima parte di novembre negativi per i consumi con innesco della recessione, e poi reazione positiva dalla fine di novembre e fino a dicembre, fenomeno che renderebbe mite, o tecnica, la contrazione dell’attività economica. Queste valutazioni complessivamente ottimistiche scontano le ipotesi di successo delle politiche di compensazione delle perdite di reddito corrente e di rafforzamento della fiducia a dicembre. In caso contrario, la recessione potrebbe approfondirsi, con la conseguente compromissione delle prospettive di crescita per il 2023".
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