Confcommercio, Sangalli: "Per la ripartenza servono sostegni più robusti"

- di: Daniele Minuti
 
Confcommercio ha pubblicato il rapporto Outlook Italia 2021, realizzato in collaborazione con il Censis, in cui vengono analizzate le conseguenze avute dalla pandemia di Covid-19 sulle famiglie italiane e sui loro consumi, sulla loro fiducia e sulle loro prospettive.

I dati più evidenti sono quelli relativi ai consumi, letteralmente crollati alla cifra di 1.811 euro pro capite, e quello dei risparmi, che per via della perdita di reddito sono saliti fino a 82 miliardi di euro in più nel 2020. L'evoluzione di questi numeri è dovuta a tante motivazioni, come il clima di incertezza sul futuro, alle difficoltà di effettuare acquisti dovuto a chiusure oppure a misure restrittive per frenare i contagi.
Probabilmente sfiancati dall'ultimo anno e mezzo, gli italiani con una visione pessimistica per il futuro continuano a prevalere su quelli ottimisti nonostante l'accelerazione della campagna di vaccinazione e il miglioramento della situazione epidemiologica: il 47,4% per esempio non ha ancora programmato vacanze estive sia per problemi economici che per paura della pandemia.

A commentare il rapporto è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: "La pandemia si sta attenuando e ora ci sono le condizioni per ripartire in sicurezza, ma le imprese hanno bisogno di certezze per pianificare il futuro, a partire da sostegni più robusti che devono ancora arrivare. Serve quindi accelerare per recuperare le perdite e rafforzare una ricrescita dell'economia che al momento è ancora debole".

Il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, ha aggiunto: "Non tutti gli intervistati hanno perso risorse durante la pandemia, anzi: per quadi 2 su tre non ci sono stati cambiamenti dall'inizio dell'emergenza. Ci sono poi soggetti che non hanno perso nulla come dipendenti pubblici o pensionati, mentre le categorie più colpite sono quelle dei lavoratori indipendenti. È proprio qui che si possono trovare chiavi di lettura sulla ripresa, perché parte di esse potrebbe venire dai non colpiti mentre la concentrazione delle perdite su categorie più dinamiche, come gli indipendenti, potrebbe frenare la ripresa. Per questo i ristori mirati verso queste categorie come imprese di abbigliamento, cultura, tempo libero, turismo, ristorazione e trasporti sono fondamentali per arrivare alla ripresa con un tessuto produttivo pronto a fare la sua parte".

Il rapporto è consultabile qui.
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