Coldiretti: "Pesca e serre travolte dal caro petrolio"

- di: Daniele Minuti
 
Coldiretti ha valutato l'impatto che il caro petrolio sta avendo sui pescherecci italiani, bloccati nei porti, e sulle serre di fiori e ortaggi, che a causa del boom dei costi energetici (aumento medio annuale del 67% per il gasolio) stanno rallentando.

Secondo la Coldiretti, il caro petrolio sta avendo impatto negativo sui pescherecci e sulle serre

Questi numeri, secondo ImpresaPesca Coldiretti, stanno letteralmente affondando la flotta nazionale costretta a navigare in perdita o a tagliare le uscite: "Fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese di pesca non riesce a coprire nemmeno i costi energetici oltre alle altre voci che gli armatori devono sostenere per la normale attività. Senza adeguate ed urgenti misure per calmierare il costo del carburante le imbarcazioni sono costrette a pescare in perdita se non addirittura a restare in banchina con gravi ripercussioni sulla filiera e sull’occupazione per un settore che conta complessivamente 12mila imprese e 28mila lavoratori, con un vasto indotto collegato".

Stesso discorso per il florovivaismo italiano (ciclamino, lilium e ranuncolo in serio pericolo per via dei costi energetici che "spengono" le serre), con le imprese impossibilitate a fermare le attività per la natura stessa delle operazioni: chi non può affrontare gli aumenti, è costretto allo stop o alla riconversione della produzione, trend che pesa su un settore del valore di oltre 2,5 miliardi di euro in Italia.

Uno scenario drammatico per due segmenti importanti, reso ancora più grave dall'importante deficit che l'Italia ha per quanto riguarda le infrastrutture del trasporto merci, seriamente in ritardo rispetto a gran parte dei più importanti paesi europei.
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