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CNA: "Nel 2021, una piccola impresa su quattro teme la chiusura"

- di: Daniele Minuti
 
CNA: 'Nel 2021, una piccola impresa su quattro teme la chiusura'
La Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa ha pubblicato un'indagine intitolata "Pensare a un futuro senza Covid: le aspettative delle imprese per il 2021" e condotta dal Centro studi, che ha dipinto un quadro molto difficile per l'anno appena iniziato.

Stando al report infatti, se le attuali difficoltà dovessero protrarsi con la stessa intensità, una piccola impresa su quattro potrebbe rischiare la chiusura entro la fine del 2021. Il 74,1% delle aziende coinvolte in questa indagine infatti immagina che la caduta del PIL sarà impossibile da rimediare entro l'anno, mentre il 23,1% si dice più ottimista. A motivare queste differenze, secondo il rapporto, sono i settori di operatività delle imprese visto che chi lavora in settori molto provati dalla crisi è più pessimista (costruzioni, turismo, servizi per la persona) mentre dall'altro lato ci sono i servizi per le imprese e chi lavora più facilmente da remoto.

Un 32,9% delle imprese pensa di poter crescere nel 2021 o quantomeno di recuperare le perdite accumulate nel 2020, mentre il 67,1% non è affatto fiducioso: di essi, il 40,1% è certo di non poter mai tornare ai livelli precedenti e il 27% ha paura di dover chiudere entro la fine dell'anno.

Le aziende più timorose di chiusura sono quelle del turismo, del trasporto e dei servizi per la persona (rispettivamente 43,5%, 33,3% e 31,7%). Oppinioni contrastanti anche per quanto riguarda le strategie del Governo per uscire dalla crisi. Il 36,% degli intervistate spera si continui con le azioni già proposte come la diversificazione delle zone a seconda del livello dei contagi, mentre il 35,6% pensa che l'economia ora sia prioritaria e che le restrizioni vadano evitate.

Meno diversità per quanto riguarda le azioni prioritarie che l'esecutivo dovrebbe intraprendere: il 78,7% pensa che vada garantito un adeguato sostegno alle imprese mentre le altre priorità nominate sono forti investimenti nel campo di istruzione e ricerca, un deciso piano sul miglioramento di infrastrutture materiali e digitali oltre che al sostegno per il reddito dei lavoratori.
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