Secondo il secondo Rendiconto sociale del Civ Inps (Comitato di indirizzo e vigilanza dell’Istituto), presieduto da Roberto Ghiselli, nel 2022 oltre un quarto dei nuovi assunti in Italia era costituito da lavoratori stranieri. Il rapporto indica che l'occupazione complessiva è cresciuta anche nel 2023, registrando tuttavia un'inversione di tendenza: le assunzioni a tempo indeterminato sono diminuite di 54 mila unità, mentre i contratti precari sono aumentati di 81 mila. In termini di distribuzione settoriale, il terziario ha rappresentato il 72% delle nuove assunzioni, mentre solo il 15% ha riguardato la manifattura e il 13% il settore delle costruzioni. Gli stranieri, che costituiscono il 10,7% degli iscritti Inps, rappresentano «una parte importante e imprescindibile della forza lavoro del nostro Paese, anche per il conseguimento dell’equilibrio finanziario dell’Inps».
Civ Inps, lavoratori stranieri e contratti precari in aumento: il rendiconto sociale 2023
L’analisi del Civ mostra inoltre come molti dei nuovi posti di lavoro siano a bassa retribuzione. Sebbene le entrate previdenziali siano aumentate del 5% su base nominale, questo incremento non è risultato proporzionale alla crescita occupazionale e all'inflazione: «Non proporzionali alla crescita occupazionale e alla dinamica inflattiva registrata nel periodo», suggerendo, come riporta il Civ, «un ulteriore calo della produttività e la creazione di attività lavorative mediamente a basso reddito».
Sussidi e Cassa integrazione in crescita
Nel 2023 i beneficiari della Cassa integrazione ordinaria, indicatore di sensibilità agli andamenti economici, sono saliti a 582 mila rispetto ai 525 mila del 2022. Anche i titolari di Naspi, il sussidio di disoccupazione, sono aumentati, passando da 3 milioni 146 mila a 3 milioni 246 mila.
Le nuove pensioni sotto la stretta normativa
La spesa pensionistica ha raggiunto nel 2023 i 304 miliardi, in aumento rispetto ai 283 miliardi del 2022 (+7,4%), principalmente per effetto dell’indicizzazione delle pensioni all’inflazione. Il numero di nuove pensioni liquidate è però sceso a 837 mila, 41 mila in meno rispetto al 2022, con una contrazione del 5% rispetto all'anno precedente e di 69 mila rispetto al 2021. Quota 103, una delle nuove misure introdotte, ha contato solo 23 mila nuovi pensionati, a fronte dei 113 mila che avevano optato per Quota 100 nel 2021. In calo anche le adesioni a Opzione donna, da 26 mila nel 2022 a meno di 13 mila l’anno scorso. Crescono invece le prestazioni assistenziali, passate da 584 mila a 613 mila.
Il Reddito di cittadinanza e le nuove misure di supporto
I beneficiari del Reddito e della pensione di cittadinanza sono scesi del 57% tra il 2022 e il 2023, passando da oltre 1 milione a 446 mila. Con l’introduzione di nuove misure, lo Strumento per la formazione e il lavoro (da settembre 2023) e l’Assegno di inclusione (da gennaio 2024), il governo ha avviato un processo di sostituzione delle precedenti forme di sussidio.
Incremento dell'Assegno unico per le famiglie
Il Civ ha evidenziato una crescita significativa nell’Assegno unico per i figli, erogato nel 2023 a 6,5 milioni di famiglie, con una spesa complessiva di 18,8 miliardi, comprensiva degli importi sostitutivi dei precedenti assegni familiari e delle detrazioni. All'esordio nel 2021, l’Assegno unico aveva interessato 2 milioni di famiglie per una spesa di 6,6 miliardi.
Cresce l’evasione contributiva e diminuiscono le ispezioni
Nel bilancio 2023, i crediti contributivi vantati dall’Inps nei confronti delle imprese hanno raggiunto i 127 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 124 miliardi del 2022, con l’81% di essi considerati «inesigibili». Nel biennio, tuttavia, il numero delle ispezioni è diminuito da 10.576 a 9.202, mentre gli ispettori Inps sono calati da 884 a 828. Di conseguenza, anche i verbali di accertamento sono scesi da 2.015 a 1.873, mentre l'evasione contributiva accertata è aumentata da 719 a 821 milioni. Le verifiche della vigilanza documentale sono invece aumentate da 103 mila a 162 mila. Il Civ lamenta «il drastico calo del numero di ispettori Inps a seguito del blocco delle assunzioni vigente dal 2015» e auspica una revisione del sistema.
I tempi per il riconoscimento dell’invalidità civile si mantengono lunghi: dai 142 giorni del 2022 ai 144 giorni del 2023, con una variabilità territoriale significativa, da un minimo di 53 giorni a un massimo di 248 giorni.
Infine, il bilancio Inps ha registrato un avanzo finanziario ridotto rispetto all’anno precedente: da 14 miliardi a 7,6 miliardi. La crescita delle uscite correnti (+25 miliardi) è stata superiore a quella delle entrate (+18 miliardi). Sono aumentati anche i trasferimenti dallo Stato, da 157 a 164 miliardi, per supportare «interventi di natura non previdenziale come la decontribuzione». Dal prossimo anno, il taglio del cuneo fiscale sarà in parte trasferito dalla decontribuzione alla fiscalità diretta.