L’emendamento approvato nel decreto Milleproroghe ha, di fatto, congelato per un’altra stagione estiva l’innalzamento dell’età minima per il lavoro di assistente balneare, permettendo anche ai 16enni e 17enni di svolgere questo ruolo. La decisione, più che frutto di una riflessione strutturale sul mercato del lavoro, è una risposta emergenziale alla difficoltà degli stabilimenti balneari nel reperire personale qualificato. Il tema, però, va ben oltre le spiagge e solleva interrogativi più ampi sulla sostenibilità demografica e occupazionale del Paese nei prossimi anni.
La carenza di bagnini e il nodo generazionale: un segnale per il mercato del lavoro?
La difficoltà a trovare lavoratori per ruoli stagionali non è nuova, ma il caso dei bagnini adolescenti è emblematico perché tocca un aspetto chiave della transizione demografica in atto: la progressiva riduzione della forza lavoro disponibile. Secondo l’Istat, nel 2023 l’Italia ha registrato un nuovo minimo storico nelle nascite, con meno di 400.000 nuovi nati. Questo trend, che prosegue da decenni, si tradurrà nei prossimi anni in un numero sempre minore di giovani attivi sul mercato del lavoro, con conseguenze su settori chiave dell’economia.
Se già oggi le imprese del turismo faticano a coprire posizioni stagionali, cosa accadrà quando il grosso delle generazioni del baby boom (1963-1965) uscirà dal mercato del lavoro? Il rischio è che interi comparti vadano incontro a carenze di personale sempre più strutturali, con effetti a catena su produttività e sostenibilità del welfare.
Dinamiche salariali e attrattività delle professioni
Un altro aspetto da considerare è il rapporto tra difficoltà di reperimento e retribuzioni. In molti settori stagionali, la percezione è che il problema non sia tanto la carenza di lavoratori disponibili, quanto la capacità di offrire condizioni contrattuali competitive. Il lavoro di assistente balneare, ad esempio, è spesso svolto da giovani in cerca di un primo impiego estivo, ma per attrarre personale più qualificato potrebbe essere necessario rivedere i modelli retributivi.
Secondo un recente studio dell’Osservatorio sul Lavoro Turistico, negli ultimi anni il disallineamento tra domanda e offerta nel settore si è ampliato, con una crescita delle difficoltà di assunzione nei servizi legati al turismo, non solo in Liguria ma in molte aree costiere del Paese.
Verso un riequilibrio generazionale?
Oltre agli aspetti strettamente economici, la vicenda dei bagnini adolescenti evidenzia una dinamica più ampia: il crescente squilibrio tra generazioni. Con un tasso di invecchiamento tra i più alti d’Europa e un rapporto tra pensionati e lavoratori attivi in continuo peggioramento, il tema dell’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro diventerà sempre più strategico.
Oggi il dibattito si concentra su un singolo provvedimento temporaneo, ma la vera questione è come il sistema produttivo e il welfare si adatteranno a una società in cui i giovani saranno sempre meno e i pensionati sempre di più. Servono misure di lungo periodo per stimolare l’occupazione giovanile e rendere il lavoro più attrattivo, evitando che emergenze come questa diventino la norma.
L’estate 2025 sarà ancora una stagione di transizione, ma il vero banco di prova arriverà nei prossimi anni. E non basteranno più emendamenti dell’ultimo minuto per affrontarlo.