Scambi sottili, portafogli in “modalità bilancio” e qualche presa di beneficio: l’Europa frena dopo un anno da doppia cifra.
L’Europa saluta il 2025 con una seduta più corta e più silenziosa del solito: pochi listini aperti, volumi ridotti e quel tipico “fruscio” da fine anno,
quando il mercato preferisce riordinare i cassetti piuttosto che inventarsi nuove storie. Il risultato è un finale fiacco (e un po’ nervoso sui prezzi),
dopo mesi di record e di performance robustissime praticamente ovunque.
Il tono del giorno è quello degli aggiustamenti di portafoglio: chi porta a casa i guadagni, chi alleggerisce le scommesse più affollate,
chi si prepara a gennaio con liquidità e idee nuove. Nel frattempo, sullo sfondo resta la grande domanda che accompagnerà l’inizio del 2026:
quanto spazio c’è ancora per il “rally da tassi in discesa” e quanto invece conterà la selezione dei titoli, settore per settore?
Borse europee: poche piazze, passo corto
Con Milano e Francoforte chiuse e varie piazze operative solo a mezza giornata, il quadro del Vecchio Continente è rimasto prudente.
Parigi e Madrid hanno limato terreno, Londra ha ondeggiato poco sotto la parità, Amsterdam ha chiuso sostanzialmente invariata.
Sullo sfondo, però, il bilancio di fine anno resta brillante: lo Stoxx 600 chiude il 2025 vicino ai massimi e con un progresso annuo a due cifre,
trascinato soprattutto da banche e difesa.
A sintetizzare l’umore di fine anno è anche il commento che arriva dal mondo dell’analisi: «Il dollaro più debole e l’incertezza politica negli Stati Uniti
stanno spingendo gli investitori a diversificare e a cercare valore altrove», osserva Danni Hewson (AJ Bell), in una lettura che spiega perché l’Europa,
nel 2025, abbia beneficiato della rotazione e del ribilanciamento globale.
- Parigi (CAC 40): in lieve calo nella seduta festiva; bene il lusso, più deboli le banche. Tra i nomi in evidenza, LVMH in rialzo, Société Générale
- Londra (FTSE 100): scambi sottili e realizzi su alcuni titoli legati alle materie prime; tra i più osservati, Fresnillo in arretramento nella seduta di fine anno dopo una corsa eccezionale nel 2025.
- Madrid (IBEX 35): limature contenute nel finale, ma il 2025 resta uno degli anni più forti tra le principali piazze europee.
- Amsterdam (AEX): giornata piatta, tipica da vigilia, con poca direzionalità.
- Milano (FTSE MIB) e Francoforte (DAX): chiuse per festività.
Wall Street a metà seduta: lieve calo, ma il 2025 resta in attivo
Mentre l’Europa spegne le luci in anticipo, New York resta aperta con orario regolare.
A metà seduta (ore 10:06 di New York) prevale una correzione leggera: Dow Jones -0,25%,
S&P 500 -0,20% e Nasdaq -0,18%.
Il mercato americano arriva alla fine dell’anno con l’obiettivo centrato: chiudere il terzo anno consecutivo di rialzi,
anche se l’ultima settimana è stata più grigia del copione classico del “rally di Natale”.
Il freno, ancora una volta, arriva dalla tecnologia più “pesante” e dall’effetto prese di beneficio.
Sullo sfondo, resta la bussola 2026: la traiettoria dei tassi Usa e la capacità dell’economia di reggere senza scivolare in recessione,
in un contesto in cui la volatilità non manca e i temi geopolitici (e commerciali) continuano a entrare nei prezzi.
Valute: euro stabile, dollaro poco mosso
Sul forex prevale la calma. L’euro/dollaro si muove in area 1,175, con variazioni minime rispetto alla seduta precedente.
L’euro tratta anche a 184,09 yen, mentre il dollaro/yen scambia intorno a 156,67.
Un finale in cui il mercato, più che cercare direzione, sembra soprattutto confermare i livelli.
Materie prime: petrolio incerto, gas in rialzo
Sul fronte energia, il petrolio resta senza una rotta unica nel finale di anno. Il Brent arretra a circa 61,48 dollari,
mentre il WTI si muove poco sopra 58 dollari. Per il petrolio il 2025 è stato un anno complesso:
tra domanda altalenante, scelte produttive e geopolitica, la bilancia ha oscillato spesso e il finale resta incerto.
Più vivace il gas: il contratto di riferimento ad Amsterdam (TTF) sale e si porta in area 28,1 euro per megawattora,
segnale che anche in un giorno “mezzo spento” basta poco per muovere i prezzi quando la liquidità è bassa.
Oro e metalli: realizzi dopo un anno record
Dopo un 2025 da manuale per i metalli preziosi, arrivano le prese di beneficio. L’oro spot scende in area 4.309 dollari l’oncia,
mentre l’argento subisce un arretramento molto più marcato nella seduta, pur restando su un bilancio annuale straordinario.
È la fotografia classica dei finali di ciclo: quando l’anno è già “in cassaforte”, i trader limano l’esposizione e alleggeriscono i rischi.
Spread: area 67 punti, premio Italia contenuto
Sul mercato dei titoli di Stato, lo spread BTP-Bund resta su livelli bassi: intorno a 67 punti base nella seduta del 31 dicembre.
Un differenziale che conferma un 2025 di progressivo restringimento del premio per il rischio Italia,
complice la ricerca di rendimento, la percezione di stabilità e una dinamica europea dei tassi più favorevole rispetto al passato.
Borsa Italiana: Milano chiusa oggi, ecco gli ultimi “movers” utili
Piazza Affari è chiusa il 31 dicembre, ma l’ultima fotografia disponibile è quella della seduta del 30 dicembre 2025,
quando il FTSE MIB ha chiuso l’anno in rialzo e con nuovi massimi, spinto soprattutto dal comparto bancario.
Di seguito i titoli che hanno fatto più rumore (in positivo e in negativo) nei diversi “canali” di Borsa Italiana.
FTSE MIB: chi è salito di più e chi ha fatto peggio
Maggiori rialzi (30 dicembre 2025)
- Banca Monte Paschi Siena (+2,63%)
- Unicredit (+2,29%)
- Mediobanca (+2,12%)
- BPER Banca (+1,98%)
- Banca Popolare di Sondrio (+1,87%)
Peggiori (30 dicembre 2025)
Nella seduta del 30 dicembre, le vendite sono state contenute: tra i pochi titoli con segno negativo spicca Moncler (circa -0,54%),
con ribassi marginali anche su altri nomi del lusso. In generale, la giornata è stata più “da banche” che “da stile”.
FTSE Italia Mid Cap: migliori e peggiori
Maggiori rialzi (30 dicembre 2025)
- Comer Industries (+2,70%)
- Danieli (+2,32%)
- Webuild (+1,97%)
- LU-VE Group (+1,81%)
Maggiori ribassi (30 dicembre 2025)
- GVS (-1,40% / -1,52% a seconda dei rilevamenti di seduta)
- Reply (-0,78%)
- Italmobiliare (-0,73%)
- NewPrinces (-0,72%)
- El.En. (-0,71%)
FTSE Italia Small Cap: migliori e peggiori
Maggiori rialzi (30 dicembre 2025)
- Aeffe (+15,41%)
- I Grandi Viaggi (+9,32%)
- Ops Ecom (+4,35%)
- PLC (+4,13%)
- Ops Retail (+3,59%)
Maggiori ribassi (30 dicembre 2025)
Nella classifica dei ribassi Small Cap della seduta del 30 dicembre si sono visti movimenti più “sparsi” e tipici di fine anno,
con rotazioni su singoli nomi e scambi spesso non profondissimi: la dinamica più rilevante è stata l’ampiezza degli spread denaro/lettera,
un classico quando la liquidità si assottiglia.
Cosa resta dopo i brindisi: il copione per l’inizio 2026
Se il 31 dicembre ha avuto il ritmo di una passerella finale, il 2026 si apre con un’agenda ben più “operativa”:
aggiornamenti macro, aspettative sui tassi e una domanda che in Europa pesa sempre di più:
la rotazione settoriale (banche, difesa, value) continuerà a dominare o tornerà il fascino della crescita e della tecnologia?
Per ora, il mercato lascia un messaggio semplice: il 2025 è stato brillante, il finale è stato prudente.
E quando la musica rallenta, spesso significa che gli investitori stanno scegliendo il prossimo brano.
Nota: i mercati europei del 31 dicembre hanno operato con orari ridotti e diversi listini sono rimasti chiusi per festività.
Per Piazza Affari, i dati su titoli e indici fanno riferimento all’ultima seduta completa disponibile (30 dicembre 2025).