Borse: i mercati aspettano le elezioni americane

- di: Redazione
 
I mercati asiatici hanno chiuso contrastate l'odierna sessione di contrattazioni, in attesa dell'esito delle elezioni di medio mandato negli Stati Uniti. Il Nikkei 225 di Tokyo ha guadagnato l'1,4% a 27.914,21 grazie ai buoni rapporti sugli utili. Il Kospi di Seul è avanzato dell'1,1% a 2.398,02 e l'S &P/AXS 200 australiano ha guadagnato lo 0,4% a 6.959,60.

Borse: attesa per le elezioni di medio mandato negli Stati Uniti

L'Hang Seng di Hong Kong è invece sceso di 7 punti a 16.588,79, mentre l'indice Shanghai Composite ha perso lo 0,5% a 3.061,94. Lunedì, il benchmark S &P 500 è salito dell'1% a 3.806,80, mentre il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato l'1,3% a 32.827,00 e il composito Nasdaq ha guadagnato lo 0,9% a 10.564,52. Per giovedì è atteso un rapporto aggiornato sull'andamento dell'inflazione negli Stati Uniti, con la Federal Reserve che dovrà tenerne conto nella politica sui tassi di interesse, sui quali quest'anno ha deciso ripetuti aumenti. L'ipotesi che fanno gli analisti è che il rapporto mostri che l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dell'8% a ottobre rispetto all'anno precedente, leggermente inferiore al tasso di inflazione dell'8,2% di settembre.

Tassi più alti frenano l'economia rendendo più costoso l'acquisto di una casa, un'auto o qualsiasi altra cosa a credito, anche se richiedono tempo per avere effetto. Gli aumenti dei tassi potrebbero portare a una recessione e tendono a trascinare i prezzi delle azioni e di altri investimenti.

Un quarto mese consecutivo di moderazione dell'inflazione dal tasso del 9,1% di giugno potrebbe consentire alla Federal Reserve di allentare un po' il margine di manovra. La Fed ha affermato che potrebbe presto ridurre l'entità dei suoi aumenti a mezzo punto percentuale, dopo aver spinto per quattro consistenti consecutivi di tre quarti di punto.
Anche i rapporti sugli utili stanno facendo oscillare i prezzi delle azioni.
Sul fronte energetico il greggio di riferimento statunitense ha perso 33 centesimi a 91,46 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il Brent, lo standard di prezzo internazionale, ha ceduto 30 centesimi a 97,62 dollari al barile.
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