Borse: giornata contrastata per i mercati asiatici

- di: Redazione
 
La prima giornata della settimana di contrattazioni sui mercati borsistici asiatici e della regione australe si è conclusa in modo contrastato, per le preoccupazioni generalizzate sulla crescita economica globale.
Il benchmark del Giappone, il Nikkei 225, è leggermente calato, scendendo di meno dello 0,1% nelle negoziazioni mattutine a 28.475,31. Lo S&P/ASX 200 australiano è salito dello 0,2% a 7.373,60, mentre il Kospi della Corea del Sud è sceso dello 0,2% a 2.565,97. L'Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato lo 0,2% a 20.488,00. Anche lo Shanghai Composite ha chiuso le contrattazioni in terreno positivo, con un + 0,9% a 3.368,53.
Le azioni di Wall Street hanno chiuso la scorsa settimana in ribasso poiché le preoccupazioni sui tassi di interesse hanno oscurato un inizio incoraggiante della stagione dei rendiconti sugli utili.

Borse: giornata contrastata per i mercati asiatici

L'S&P 500 è sceso di 8,58 punti, o dello 0,2%, a 4.137,64 dopo aver rinunciato a un guadagno iniziale. Il Dow Jones Industrial Average ha perso 143,22, o lo 0,4%, a 33.886,47, mentre il Nasdaq Composite è sceso di 42,81, o lo 0,4%, a 12.123,47.
L'S &P 500 ha comunque messo a segno la quarta settimana positiva nelle ultime cinque, in parte sulla speranza che la Federal Reserve possa presto porre fine alla sua raffica di aumenti dei tassi mentre l'inflazione si raffredda. Ma queste speranze sono state in parte smorzate dalle parole di Christopher Waller, membro del CdA della Fed, secondo il quale, davanti ad un inflazione che rimane troppo alta, potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento della politica sui tassi di interesse che, pur non essendo più soggetti ad aumenti, potrebbero restare alti a lungo.

Settori dell'economia statunitense hanno già iniziato a rallentare, risentendo dai tassi di interesse più elevati. Un rapporto, resi noto venerdì, ha mostrato che il mese scorso gli acquirenti statunitensi hanno ridotto le loro spese presso i rivenditori più del previsto. Potenzialmente a rendere le cose più difficili per la Fed è stato un sondaggio secondo il quale i consumatori si aspettano un'inflazione per il prossimo anno del 4,6%, in aumento rispetto alle aspettative del 3,6% del mese precedente.
Nel commercio di energia, il greggio USA di riferimento è salito di 7 centesimi a 82,59 dollari al barile. Il greggio Brent, lo standard internazionale, ha guadagnato 9 centesimi a 86,40 dollari al barile.
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