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Borse: nella regione Asia-Pacifico, su Tokyo e Sydney, giù i mercati cinesi

- di: Redazione
 
Borse: nella regione Asia-Pacifico, su Tokyo e Sydney, giù i mercati cinesi
Andamento disomogeneo oggi per le borse della regione Asia-Pacifico, che hanno risentito delle notizie relative alla contrazione delle esportazioni cinesi.
Tokyo e Sydney hanno chiuso le contrattazioni odierne in terreno positivo, al contrario di Shanghai, Hong Kong e Seul. Ieri l'indice di riferimento di Wall Street S &P 500 ha guadagnato lo 0,9% lunedì, recuperando un terzo della perdita della scorsa settimana.

Borse: nella regione Asia-Pacifico, su Tokyo e Sydney, giù i mercati cinesi

Lo Shanghai Composite Index ha perso lo 0,1% a 3.265,02 dopo che i dati doganali hanno mostrato che le esportazioni cinesi a luglio sono diminuite del 14,5% rispetto all'anno precedente, certo non allontanando lo spettro di una crisi economica, che ora Pechino è chiamata a fronteggiare. L'Hang Seng di Hong Kong è sceso dell'1,4% a 19.259,88. Il Nikkei 225 a Tokyo è salito dello 0,3% a 32.365,11 dopo che il governo giapponese ha riferito che i guadagni in contanti del lavoro sono aumentati del 2,3% a giugno. Il Kospi di Seul ha perso lo 0,3% a 2.572,46 e l'S &P-ASX 200 di Sydney ha guadagnato lo 0,2% a 7.321,90. L'indiano Sensex ha aperto in rialzo dello 0,1% a 3.314,02. La Nuova Zelanda, Bangkok e Jakarta si sono ritirate mentre Singapore è salita.

A Wall Street, l'S &P 500 è salito a 4.518,44 prima dell'aggiornamento dell'inflazione statunitense di giovedì.
Il Dow Jones Industrial Average è salito dell'1,2% a 35.473,13. Il composito Nasdaq ha aggiunto 85,16, o lo 0,6%, a 13.994,40.
L'esito positivo della lotta all'inflazione (oggi al 3%), che nel 2022, toccando il 9%, aveva raggiunto il massimo degli ultimi due decenni, sta alimentando le speranze che la Federal Reserve possa decidere che la pressione al rialzo sui prezzi è sotto controllo e non sono necessari ulteriori aumenti dei tassi di interesse per raffreddare l'attività delle imprese e dei consumatori.
Nei mercati dell'energia, il greggio USA di riferimento è salito di 11 centesimi a 82,05 dollari al barile nel trading elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il greggio Brent, la base dei prezzi per il commercio internazionale di petrolio, è avanzato di 6 centesimi a 85,40 dollari al barile a Londra.
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