A inizio gennaio, quando iniziò a circolare la notizia delle dimissioni di Elisabetta Belloni dal DIS, le speculazioni sul suo futuro si moltiplicarono. Un passo indietro così improvviso da uno degli incarichi più delicati dell’intelligence italiana sembrava suggerire un imminente nuovo ruolo. Ma l’ambasciatrice, nota per la sua discrezione e fermezza, rispose senza esitazioni: «Non c’è nessun altro incarico».
Belloni a Bruxelles: il ritorno della diplomazia italiana nei vertici UE
Nemmeno un mese dopo, l’annuncio ufficiale. Belloni sarà Chief Diplomatic Adviser della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, un ruolo che la riporta al centro delle dinamiche geopolitiche europee. La sua figura sarà inquadrata all’interno del servizio di consulenza della presidenza, denominato Idea (Inspire, Debate, Engage and Accelerate Action), un think tank interno pensato per fornire input innovativi alle politiche comunitarie e per offrire uno spazio di ricerca interdisciplinare sulle priorità strategiche dell’UE.
Un profilo di alto livello
Quella di Belloni non è una nomina di facciata. Il suo curriculum parla chiaro: prima donna a ricoprire la carica di segretario generale della Farnesina, un’esperienza trentennale nella diplomazia italiana e, più di recente, a capo del DIS, l’organo che coordina i servizi segreti italiani. Un profilo di altissimo livello, che porta a Bruxelles una figura con esperienza diretta nelle questioni di sicurezza, intelligence e relazioni internazionali.
La sua nomina arriva in un momento cruciale per l’Unione Europea, impegnata su più fronti: dal sostegno all’Ucraina alla ridefinizione delle politiche di difesa comune, fino alle tensioni con le potenze emergenti. Il fatto che von der Leyen abbia scelto un’italiana per un incarico così strategico è indicativo non solo del peso che l’Italia può giocare nei nuovi equilibri europei, ma anche della volontà della presidente della Commissione di circondarsi di figure con esperienza concreta nella gestione delle crisi globali.
Il ritorno della diplomazia italiana nei gangli decisionali UE
Belloni sarà una delle voci più influenti all’interno della Commissione, con accesso diretto ai dossier più sensibili e con la possibilità di incidere sulle scelte strategiche dell’Unione. La sua presenza rafforza il peso dell’Italia in un contesto in cui i grandi Paesi membri competono per posizionare i propri uomini nei ruoli chiave delle istituzioni europee.
Questa nomina segna anche un ritorno della diplomazia italiana nei vertici comunitari, dopo anni in cui la presenza di figure italiane di primo piano nelle istituzioni europee era andata assottigliandosi. Se l’elezione di Antonio Tajani alla presidenza del Parlamento europeo nel 2017 aveva rappresentato un punto di svolta, gli ultimi anni hanno visto un progressivo ridimensionamento dell’influenza italiana nei palazzi di Bruxelles. Belloni, con la sua autorevolezza e la sua esperienza, potrebbe contribuire a riequilibrare questa tendenza.
Un incarico politico?
Dietro questa nomina, tuttavia, si leggono anche dinamiche politiche più ampie. La stessa von der Leyen è in cerca di conferme per un secondo mandato alla guida della Commissione, e l’inserimento di Belloni nel suo team potrebbe rappresentare un segnale di apertura verso l’Italia, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee.
Resta da vedere quale sarà l’effettiva libertà d’azione di Belloni nel nuovo ruolo. Se da un lato la sua esperienza le garantisce credibilità e capacità di manovra, dall’altro il contesto politico comunitario impone equilibri delicati. Ma una cosa è certa: la sua nomina è una vittoria per la diplomazia italiana e una conferma del suo peso nel contesto internazionale.